Covid. Banco farmaceutico, l’appello: non dimenticate i poveri, continuate a donare
In un momento di emergenza sanitaria senza precedenti, con un “sistema Paese” letteralmente “bloccato” dall’incedere del Covid-19, c’è “altro” che potrebbe rimanere “stritolato” nella morsa dell’epidemia: i troppo spesso “dimenticati”, coloro che sono ai margini della società, i deboli, gli indigenti.
Un allarme questo che lancia con vigore anche il Banco Farmaceutico invitando tutti a non dimenticarsi dei poveri; di quanti, anche in tempi di normalità, stanno peggio di noi, e della rete di realtà assistenziali che si prende cura di loro.
Proprio ora che stiamo riscoprendo il valore delle abitudini che davamo per scontate, val la pena ricordarci di chi, a quelle abitudini, ha rinunciato perché è povero. In questo momento di grandi limitazioni, quindi, dedicare un pensiero al bene di chi non ha nulla, sperando che questa situazione non lo danneggi ancora di più, può arricchire la nostra umanità e farci affrontare questo periodo nella dimensione della speranza.
Il Banco Farmaceutico, in questi giorni di “quarantena” forzata, non si è infatti fermato, continuando a lavorare da casa per cercare di fare il possibile per continuare a raccogliere farmaci per chi ha bisogno.
Ma perché questo lavoro prosegua ha bisogno di chiedere alle aziende farmaceutiche di mantenere quella disponibilità, sempre avuta, ad accogliere le sue eventuali e mirate richieste di medicinali e prodotti per le realtà assistenziali.
“Sappiamo che la filiera farmaceutica, con grande fatica, è impegnata nell’assicurare la produzione, lo stoccaggio e la distruzione di medicine in tutta Italia; chiedendo alle aziende di non dimenticarsi dei più fragili, siamo consapevoli di chiedere uno sforzo ulteriore e importante, ma anche indispensabile”, affermano dal Banco, ribadendo come “soprattutto in questo momento di incertezza, orientarsi anche al bene dei più deboli contribuirà a rafforzare la tenuta sociale del nostro Paese”.
Un altro appello il Banco Farmaceutico lo invia poi a Papa Francesco “che, nell’affidare l’umanità a Maria, ha auspicato che possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova”.