Emergenza Covid. Mascherine in stoffa o Ffp2 vendute fino a 15 euro l’una, scatta il sequestro
I Finanzieri di Cosenza hanno individuato tre esercenti che vendevano le mascherine di protezione, ormai difficili da trovare sul mercato, con rincari sul prezzo che oscillavano dal 500 ad addirittura il 3mila per cento.
Le indagini sono partite dalla denuncia di alcuni cittadini che hanno segnalato l’aumento sproporzionato di prezzi dei dispositivi di rispetto ai giorni precedenti.
Il caso più eclatante è quello di un commerciante specializzato nella vendita di ricambi per autoveicoli, che aveva esposto sulla porta d’ingresso del sua punto vendita, nel capoluogo, un cartello con la dicitura: “sono arrivate le mascherine”.
I finanzieri, insospettiti, sono entrati nel negozio ed hanno trovato un campionario di mascherine di stoffa contenute in bustine comunemente utilizzate per la conservazione degli alimenti da cucina, messe in vendita come dispositivi di protezione contro la diffusione del Covid-19, a prezzi che andavano dai 10 ai 15 euro l’una.
Nel corso della successiva perquisizione, all’interno dell’azienda s’è scoperto un laboratorio artigianale sono stati sequestrati, oltre ad una macchina da cucire professionale, delle mascherine in tessuto per indumenti, palesemente non idonee alla protezione individuale (comunque realizzate in assenza delle autorizzazioni previste), oltre che diversi rotoli di stoffe, con i quali si sarebbero potuti ricavare altri 350 articoli simili.
In occasione di un altro controllo, in una farmacia di Cosenza, hanno scoperto invece che le orma note mascherine FFP2 “senza valvola”, che sono conformi alle disposizioni di legge, venivano vendute con un ricarico del 500% rispetto al prezzo d’acquisto. Dall’analisi della documentazione si è appurato infatti che l’esercente, agli inizi di marzo, ne aveva comprate un centinaio da un fornitore, pagandole circa 2 euro l’una e rivendendole ai clienti al prezzo di 15euro. I dispositivi rimanenti sono stati sequestrati-
Nell’ambito dello stesso intervento, i Finanzieri hanno esteso le operazioni ad una ferramenta, anch’essa a Cosenza, che è risultato vendesse alla farmacia altre tipologie di mascherine, praticando, a seconda del prodotto, ricarichi dal 300 al 600%.
I tre titolari degli esercizi commerciali sono stati dunque deferiti alla Procura della Repubblica bruzia, a vario titolo, per i reati di manovre speculative su merci e di frode in commercio, ed è scattato ovviamente il sequestro dei dispositivi di protezione che immettevano sul mercato.