Pericolo di inquinamento delle prove, Petrini ritorna in carcere
C’è pericolo di inquinamento probatorio e per questo motivo Marco Petrini torna in carcere. Il gip di Salerno, Giovanna Pacifico, ha accolto la richiesta del procuratore della città campana, Luca Masini, e ha così proceduto all’aggravamento della misura cautelare per il giudice della Corte d’Appello di Catanzaro.
Il provvedimento è stato eseguito dai militari della Guardia di finanza di Crotone che hanno proceduto ad effettuare delle perquisizioni anche a Lamezia Terme, nella casa della moglie del giudice.
Contestualmente, i finanzieri pitagorici hanno perquisito anche la consorte di Petrini, responsabile di segreteria presso la Corte d’Appello catanzarese, e con l’accusa di intralcio alla giustizia poiché avrebbe indotto il magistrato a fornire dichiarazioni mendaci nel corso di alcuni interrogatori.
Petrini è stato arrestato lo scorso 15 gennaio nell’ambito dell’operazione Genesi (QUI), con cui i militari hanno scoperto un presunto giro di corruzione giudiziaria.
Il togato è accusato a vario titolo per corruzione in atti giudiziari poiché avrebbe accettato denaro e doni di vario genere per intervenire su procedimenti giudiziari (QUI) sia in qualità di presidente della seconda sezione della Corte d’appello che di presidente della Commissione tributaria provinciale.