Crotone. Evasione fiscale, sequestrati quasi 3 milioni a un noto imprenditore alberghiero
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico di Crotone hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo disposto dal Gip Michele Ciociola e su richiesta del Sostituto Ines Bellesi.
Il sequestro, stimato in poco più di 2,8 milioni di euro, ha riguardato quote societarie di strutture alberghiere, denaro contante e conti correnti postali e bancari.
Destinatari del provvedimento sono state una società di capitali che opera nel settore turistico-alberghiero e otto persone alle quali, già in sede di chiusura delle indagini e conseguente notifica delle informazioni di garanzia, è stata contestata l’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale.
Due strutture alberghiere della costa jonica crotonese sono state dunque sottoposte ad amministrazione giudiziaria. Si tratta di alberghi-resorts riconducibili ad un noto gruppo imprenditoriale, famose anche per l’organizzazione di banchetti, grandi eventi e cerimonie.
Il sequestro è la conseguenza di una attività investigativa e di una parallela verifica fiscale, effettuata nel 2019, al termine della quale è stata contestata la sottrazione a tassazione di proventi per oltre 3 milioni di euro.
La presunta associazione criminosa avrebbe utilizzato il metodo della sotto fatturazione dei corrispettivi ricevuti per l’attività di ristorazione fornita in occasione dei grandi eventi.
Un “sistema” di evasione fiscale che sarebbe stato agevolato per il fatto che, normalmente, i banchetti venissero pagati in contante, pagamenti questi che non risulterebbero però in contabilità. In pratica le “buste” che gli invitati regalavano, ad esempio, ai novelli sposi, sarebbero stati il guadagno “in nero” della società.
Le indagini sono culminate con una serie di perquisizioni locali nel corso delle quali è stata ritrovata, nascosta all’interno dell’infermeria della struttura alberghiera, una doppia contabilità, parallela a quella ufficiale, particolarmente strutturata e analitica.
I finanzieri hanno scoperto inoltre che lo “chef” della struttura avrebbe tenuto una sua personale e meticolosa rendicontazione dei singoli eventi, con la quantificazione precisa del numero degli ospiti distinti per singola data.
Allo stesso chef, e per la sua “precisione contabile alternativa”, sarebbe stato riconosciuto un compenso extra pari a 1,50 euro per ognuno dei 127 mila ospiti che si sono recati presso l’albergo.
Le indagini avrebbero, quindi, consentito di ricostruire esattamente quanto si ritiene sia stato sottratto a tassazione.