Non profit, AVSI: ponte tra Calabria e Kenya
“Mai troppo lontani per incontrarsi” sono le parole che l’organizzazione non profit AVSI, che realizza progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario in 32 Paesi del mondo, usa per indicare l’attività di solidarietà e di prossimità anche a chi vive nei Paesi più lontani da qui.”
Sabato 13 giugno circa 70 persone, spinte da un desiderio di amicizia e solidarietà e con l’aiuto della tecnologia hanno attivato un ponte tra Calabria e Kenya.
I ragazzi di Portofranco di Serrastretta e gli amici di AVSI di Serrastretta, Castagna, Decollatura, Catanzaro e AVSI POINT di Lamezia Terme si sono collegati con Antonino Masuri, cooperante di AVSI in Kenya, che fin dall’inizio della pandemia non ha esitato a manifestare grande preoccupazione. “Ultimamente in Kenya si viveva un clima di pace”, ha sottolineato a Masuri, che ogni giorno prega per la pace.
Quando arrivò in Kenya nel 2007, dopo pochi mesi, a seguito dei contestati risultati elettorali, scoppiò la guerra civile, che portò in pochi mesi a circa mille morti e a migliaia di sfollati. AVSI fece un grande lavoro di ricostruzione innanzitutto umana. Ora che anche in Kenya è arrivato il coronavirus e dove non hanno le strutture sanitarie dell’Europa, si chiedono come è possibile per le famiglie che vivono ammassate nelle baraccopoli vivere la quarantena. E’ una sfida 100 volte più grande rispetto all’Europa e all’America. Con la chiusura delle scuole, AVSI ha un network di 12 scuole di qualità e collabora con 800 scuole in tutto il Paese, i bambini rischiano di non ricevere cibo e altri servizi che vengono offerti loro quando vanno a scuola.
Masuri ha affermato con fermezza che “Questa sfida del coronavirus fa andare all’essenziale, a capire il valore della persona umana e al bisogno che abbiamo. Questa pandemia si aggiunge alle altre pandemie che il Kenya ha vissuto, Ebola, Sars. AVSI lavora oltre che con il crimine, l’ingiustizia, la corruzione, anche con la morte. Ogni anno alcuni bambini e vari genitori muoiono soprattutto per problemi gravi di igiene, malnutrizione. E’ una situazione disumana dal punto di vista sanitario, il coronavirus si aggiunge ad una situazione già delicata. Il problema vero è starci in maniera realistica, dandoci la necessaria attenzione, come tutte le pandemie che abbiamo avuto che ci hanno insegnato qualcosa.”
Alle domande anche rispetto a come si può andare oltre la paura in questa situazione, Masuri, pur non nascondendo la sua vulnerabilità, si è detto certo che solo aderendo alla realtà dentro un’amicizia che lo sostiene riesce a stare davanti alle innumerevoli richieste di aiuto e davanti allo sguardo dei ragazzi delle scuole. Nella sua testimonianza traspare la fede nella provvidenza per le opere che ha da compiere, dove lui dice che la cosa più reale è pregare il Signore perché avvenga il suo disegno lì in Kenya, ed è per questo che la sua giornata inizia tutte le mattine alle 4.
La testimonianza è stata arricchita dalla visione del docu-film Il cielo sopra Kibera.
“Nell’ottobre del 2018 a Kibera, immenso slum nel cuore di Nairobi, in Kenya, abitato da circa 500mila persone, Dante è stato portato in scena da bambini e adolescenti delle scuole locali. Un progetto unico e travolgente, ideato dal regista-drammaturgo Marco Martinelli, e prodotto anche da Fondazione Avsi: 150 piccoli allievi delle scuole hanno realizzato una “messa in vita” della Divina Commedia, reinventata in lingua inglese e swahili: così un giovane Dante e un giovane Virgilio dalla pelle scura sono partiti dalla “selva oscura” da cui ha inizio il poema (Kibera in swahili significa proprio “selva”) e si sono avventurati nei gironi dell’inferno, incontrando dannati e demoni violenti, ladri e assassini, politici corrotti e venditori di droga, fake lovers e bambini di strada. Ma l’inferno dantesco non è un inferno senza uscita, come tanti in questa nostra epoca: il viaggio del poeta fiorentino si snoda dal buio del “cieco carcere” infernale fino alla luce del paradiso, e anche il giovane Dante di Kibera torna infine “a riveder le stelle”. In quella favola antica i ragazzi ritrovano le proprie paure e trovano lo spazio per esprimere i propri desideri.
E’ infine intervenuto da Milano il maestro Alberto Villa, noto per aver ideato il metodo Grammaticanto, che applica il linguaggio musicale alle materie di apprendimento, che con la sua imperdibile musica ha regalato ai partecipanti un momento di festa “in famiglia” dando il “La” con la canzone di Magellano:
"Naviga naviga Magellano, vai fino in fondo vai più lontano
Tu l’hai capito la terra è rotonda, verso Occidente l’Estremo Oriente.
“E’ proprio vero il mondo è più grande di come io l’ho immaginato”.
Un grande viaggio questo sarà che porta scritto: sempre più in là!"
E allora Mai troppo lontani per incontrarsi, questo è l’invito rivolto a tutti. Il sostegno alle opere di AVSI è un gesto di Pace, perché dà l’opportunità alle popolazioni povere del mondo di vivere in modo dignitoso nei loro Paesi di origine. Il coronavirus ci fa capire che una cosa infinitamente piccola, mette in pericolo una cosa grande e che quindi il mondo è uno. Con le parole di Papa Francesco: “Non ci salviamo da soli”. Come dire “Win Win”, “Vinciamo insieme”.