Poste, Slp-Cisl Cosenza: carenza di organico problema non più sostenibile
"In piena pandemia le lavoratrici e i lavoratori di Poste Italiane hanno garantito il loro servizio essenziale al Paese, fronteggiando in prima linea con coraggio l’emergenza Covid. Ora Poste Italiane Spa riconosca lo straordinario impegno dei suoi dipendenti." - Lo scrive in una nota stampa Giovanni Benvenuto, Segretario Generale del Sindacato Lavoratori Poste (SLP) CISL Cosenza -
"Il Governo, in questi mesi, -scrive Benvenuto - ha partecipato alla Nazione che il nostro servizio è indispensabile al pari di altri servizi essenziali… Mentre si cantava dai balconi e le strade erano deserte, i nostri colleghi portalettere consegnavano di tutto e di più in qualsiasi angolo della Provincia, mentre negli Uffici Postali si garantivamo “le operazioni urgenti e indifferibili”, cioè tutte le operazioni."
"In questi mesi - si legge - il giornalino aziendale Poste News, con titoli roboanti, ci ha fatto sentire il “calore” del CDA, mettendo in prima pagina il volto di due possibili colleghi con la mascherina tricolore, scrivendo in maniera cubitale “GRAZIE”, e poi si elevano contestazioni a postelegrafonici che nelle foto su Facebook non indossavano mascherine fornite dall’Azienda.
A pag. 5 di “La Forza e il Coraggio” si scrive: “Antonio,65 anni, a Rossano, in Calabria, oltre ad aprire gli uffici alla mattina si è offerto anche nei pomeriggi per le sostituzioni. Non chiede niente, non si lamenta mai, fa lavori doppi e tripli…”. Antonio invece chiede che gli vengano pagate 55 ore di straordinario del 2019, chiede che le missioni non vengano pagate solo dopo 6 mesi. Antonio si offre nei pomeriggi dopo aver lavorato al mattino perché non vi è personale per garantire il servizio pomeridiano.
“La Forza ed il Coraggio” dell’Azienda si stanno mostrando utilizzando il Covid per razionalizzare, senza criterio, tanti UP in Provincia, chiudendo tanti doppi turni senza nessuna spiegazione logica. Le chiusure per razionalizzazioni estive sono un pallido tentativo di giustificare queste scelte sbagliate, mentre la corsa a smaltire ferie in giugno fa sì che persino gli UP A1 restino con solo due unità…"
"Riteniamo - è scritto nella nota - che la carenza di personale sia cronica e non più sostenibile. Tanti ancora sono i part-time in attesa di veder trasformare il loro contratto in full-time e nulla si mette in atto per alimentare la speranza di colleghi che da anni sono presenti nelle mobilità regionali e nazionali. Una carenza di personale evidente anche in Servizi Postali, perché tante sono le caselle vacanti da Progetto per ogni singolo Centro di Recapiti. È necessario, quindi. coprire le carenze di organico per assicurare i servizi per le comunità.
Tanti sono i colleghi a tutt’oggi in smart working, ma riteniamo utile discutere delle modalità organizzative del lavoro agile in base alle prescrizioni Inail e ISS."
"Invitiamo, inoltre, l’Azienda, soprattutto in questo momento storico, - si legge ancora - a voler riconoscere alle mamme-lavoratrici che lo richiedano la trasformazione del proprio contratto da full time a part time e a non alzare barricate pretestuose per negare tale richiesta. La cura dei figli, in un territorio con poche strutture pubbliche che possano ospitare dei bambini, costringe, obbliga, le lavoratrici alla trasformazione dei propri contratti. La serenità familiare porta benefici sui posti di lavoro.
Serenità che non riscontriamo nelle squadre commerciali e negli applicati nelle sale consulenze: tanti, infatti, sono i colleghi che vogliono uscire da questo comparto.
Così come crediamo non possa portare benefici aver smantellato Impresa riversando tutto quel mondo sui Dup e sulle Sale senza alcuna formazione specifica. Inoltre, trasformare i venditori mobili in operatori di call center significa buttare via tanti anni di relazione face to face con la clientela."
"Siamo consci - si legge in conclusione - che in un prossimo futuro alcuni lavori presenti in Azienda saranno esternalizzati, ma non possiamo accettare che oggi, nel settore Trasporti, si possano disegnare tratte non gestibili, per come evidenziato dalla Segreteria Regionale in un documento di protesta.
Il Covid non sia un alibi utilizzato dall’Azienda per pensare di progettare nuove, pessime, architetture della rete degli Uffici Postali o per lasciare sguarniti i Centri di Recapito di applicati sventolando, come giustificativo, dati in regressione per il comparto posta, minimizzando invece i volumi in crescita sui pacchi.
Chiediamo, infine, che tutti gli Uffici Postali vengano riaperti, che si mettano in atto le Politiche Attive, una programmazione certa su immobili di nuova generazione o interventi strutturali su quelli esistenti, celerità sulle sportellizzazioni (alcuni lavoratori ancora devono sostenere i test), una migliore ed equa distribuzione dei carichi di lavori nazionali per i Centri Eli e Videocodifica presenti in Provincia."