Arresto Petrini, si apre nuova indagine. Coinvolto sindaco Rende
Corruzione in atti giudiziari, con aggravante mafiosa. Queste le accuse mosse nei confronti del giudice sospeso della Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, che risulta indagato in un nuovo filone dell’inchiesta della Procura di Salerno che lo aveva già portato all’arresto (QUI).
Tra gli altri, e da quanto riporta l’Ansa, risultano indagati anche il sindaco di centrodestra di Rende, Marcello Manna, l'avvocato Luigi Gullo e Francesco Patitucci, ritenuto presunto esponente di spicco della cosca Lanzino-Ruà di Cosenza.
Per gli inquirenti, in tre occasioni, il 30 maggio 2019, nell'ottobre 2019, e il 4 dicembre 2019, Petrini avrebbe ricevuto rispettivamente 2500 euro dall'avvocato Manna, 5000 euro dall'avvocato Gullo, d'intesa con Marcello Manna e, infine, altri 5000 euro da Gullo, d'intesa sempre con Manna.
Per l'accusa, i pagamenti sarebbero dovuti servire per l'assoluzione di Patitucci dall'accusa dell'omicidio di Luca Bruni, esponente dell'omonima cosca di Cosenza, assassinato a gennaio 2012.
Patitucci, che in primo grado era stato condannato a 30 anni, nel processo in appello, tenutosi il 4 dicembre 2019, era stato assolto dalla corte presieduta da Petrini.
Petrini e Manna sono inoltre accusati di corruzione in atti giudiziari dal momento che l’ex magistrato, secondo la tesi dopo aver percepito 2.500 euro, avrebbe annullato il decreto di sequestro, con conseguente revoca della confisca, nei confronti di Antonio Ioele.
Nel frattempo la Procura di Salerno ha chiesto l'incidente probatorio nei confronti degli indagati. E nel corso degli esami verranno analizzati alcuni verbali di Petrini di gennaio, febbraio e aprile; due intercettazioni audio-video del 30 maggio 2019 effettuate negli uffici di Petrini della Corte d'Appello e della Commissione Tributaria provinciale di Catanzaro; una terza intercettazione video del dicembre 2019 registrata negli uffici di Petrini della Corte d'Appello.
Tra gli atti sottoposti e incidente probatorio c'è anche il verbale di perquisizione e sequestro del 15 gennaio 2020 operato nei confronti del giudice relativo alla “somma di denaro in contanti”. Così come il verbale di spontanea presentazione di Marcello Manna, del 10 giugno 2020.