“Rinascita Scott”, Pittelli a giudizio immediato
Giudizio immediato per Giancarlo Pittelli, Mario Lo Riggio, Salvatore Rizzo e Giulio Calabretta, imputati nella maxi inchiesta “Rinascita-Scott” (QUI) contro le cosche del vibonese.
Accolta dunque dal gup di Catanzaro, Paola Ciriaco, la richiesta avanzata dai legali dell’ex parlamentare Azzurro (QUI). Il processo partirà quindi il 9 di novembre davanti al Tribunale collegiale di Vibo.
La Dda di Catanzaro contesta all’avvocato Pittelli il concorso esterno in associazione mafiosa: l’ipotesi è che l’ex parlamentare di Forza Italia fungesse da elemento di congiunzione tra la criminalità, la massoneria e i cosiddetti colletti bianchi.
Per Rizzo, che è stato sindaco della cittadina di Nicotera, l’accusa è di associazione mafiosa essendo ritenuto vicino a Pantaleone Mancuso, boss dell’omonima cosca.
Per gli inquirenti l’ex primo cittadino avrebbe assicurato la penetrazione della ‘ndrangheta nell’acquisizione e nella gestione di attività imprenditoriali, soprattutto nel campo ricettivo, “aiutando il capo, Luigi Mancuso, a nascondersi e muoversi sul territorio, nel periodo in cui lo stesso si sottraeva all'applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale”.
Anche Lo Riggio è accusato di associazione mafiosa essendo ritenuto uomo alle dirette dipendenze di Gregorio Gasparro: l’ipotesi è che abbia messo a disposizione della cosca Fiarè-Gasparro-Razionale, e di quella collegata dei Lo Bianco-Barba le sue imprese ed i suoi rapporti nel settore imprenditoriale e finanziario.
A Calabretta si contesta infine il trasferimento fraudolento di valori, in concorso con altri, e allo scopo di eludere le disposizioni di legge sulle misure di prevenzione patrimoniale ma anche di consentire a Rocco Delfino – definito dagli inquirenti come un soggetto affiliato alle cosche di Gioia Tauro - di sottrarsi a provvedimenti ablativi di natura reale.
Lo stesso Calabretta, insieme a Pittelli e all’ex comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro, il colonnello Giorgio Naselli, e a Rocco Delfino, deve rispondere di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Guido Contestabile, Salvatore Staiano, Francesco Muzzopappa, Rocco Domenico Ceravolo e Attilio Matacera.