Covid, la Calabria rimane in “zona arancione”
La Calabria rimane ancora in “zona arancione”. Il giorno dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm, l’Italia cambia ancora colore e si tinge di giallo, con 11 Regioni che entrano nella zona con le restrizioni più blande a partire da domani, domenica 6 dicembre. A Sicilia, Liguria, Lazio, Molise, Sardegna, Veneto e provincia di Trento si aggiungono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria.
Ieri sera il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato la nuova ordinanza con la quale allenta le misure per alcuni territori regionali, fatta eccezione per l’Abruzzo che continua a rimanere in “zona rossa”. Rimangono in fascia arancione Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte. Il provvedimento che aveva "declassato" la regione da rossa ad arancione è entrato in vigore il 29 novembre. (QUI)
Con la nuova ordinanza nelle quattro regioni arancioni si potranno riaprire i negozi, ma la colorazione dovrà rimanere per due settimane: il 18 dicembre, se i dati confermeranno il trend, entreranno anche loro nella zona con le minori restrizioni.
Nel frattempo i governatori delle regioni del Nord hanno iniziato la protesta contro gli aspetti che definiscono limitativi del nuovo Dpcm (LEGGI). Ed è dunque ripartito il pressing sul governo per far modificare i divieti imposti per le feste. La posizione più dura è quella del presidente facente funzioni della Calabria, Nino Spirlì per il quale le chiusure sarebbero “atto quasi criminale”, mentre il governatore del Veneto, Luca Zaia, si dice convinto che esistano i "margini" per convincere il governo ad allentare le misure e permettere gli spostamenti tra comuni,
Tuttavia c’è un altro presidente che teme una fuga dal nord. Attilio Fontana, governatore della Lombardia, ha infatti lanciato l’allarme per l’esodo che potrebbe coinvolgere decine di persone che lavorano e studiano in Lombardia nell’ultimo fine settimana prima del 25 dicembre. “Il 19 e 20 dicembre - dice Fontana - rischiamo di rivedere quello che successe nella notte tra il 7 e l'8 marzo", poche ore prima della chiusura dell'Italia. Un timore che sembrerebbe trovare conferma in un dato: Alitalia ha visto schizzare le prenotazioni con un incremento del 50% tra il 17 e il 20 dicembre”. Per questo chiede più controlli in aeroporti e stazioni nel week end di Natale.