Fiumi di droga dall’Albania al sud Italia, 18 fermi. Anche un cosentino
La droga viaggiava dall’Albania al Sud Italia, per poi finire sulle piazze di spaccio della costa metapontina, in particolare tra Tursi e Policoro.
È emerso dall’operazione Metalba che, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’arresto di 18 persone (QUI), di cui 7 in carcere e 11 ai domiciliari. Ai domiciliari è inoltre finito un 36enne originario di Castrovillari ma residente ad Alessandria del Carretto.
Le indagini hanno permesso di ricostruire il modus operandi dell’organizzazione che, specializzata nel traffico di stupefacenti sull’asse Albania-Metapontino, utilizzata stranieri che, insediatisi nella provincia di Matera, erano in stretto contatto con la nazione d’origine per l’approvvigionamento della droga.
Come fornitori gli stranieri indagati permettevano l’ingresso sul territorio italiano delle sostanze che venivano spacciate capillarmente anche in concorrenza con altri gruppi criminali.
I Carabinieri del Ros e della Compagnia di Policoro hanno eseguito delle ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Potenza, nei confronti delle 18 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di aver fatto parte di una associazione dedita al traffico ed allo spaccio di stupefacenti, in particolare eroina, cocaina e marijuana.
L’operazione, per la quale sono stati impegnati 100 Carabinieri collaborati da unità cinofile del Nucleo di Tito Scalo e con il supporto di un elicottero del VI Nucleo Elicotteri di Bari, ha interessato le province di Matera, Potenza, Cosenza, Lecce, Udine, Parma e Trapani.
Le indagini, che sono partite a seguito delle dichiarazioni rese da una collaboratrice di Giustizia di nazionalità albanese, sono state svolte con pedinamenti, intercettazioni, sequestri di droga e perquisizioni che hanno messo in evidenza come il territorio materano, e in particolare la fascia ionica, sia l’area della Basilicata in cui la presenza del crimine organizzato è più asfissiante.
Oltre alle persone raggiunte dell’ordinanza, sono indagati altri 17 soggetti per il solo reato di spaccio di stupefacenti. L’organizzazione si reggeva sul coinvolgimento del gruppo “Russo”, già parzialmente decimato dall’operazione “Rusca” conclusa con gli arresti del 4 ottobre 2018, che hanno interessato anche altri sodalizi.
Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari, i carabinieri hanno trovato dello stupefacente, ma anche uno scanner utilizzato per segnalare la presenza di microspie, a dimostrazione del sofisticato livello organizzativo del sodalizio che aveva costante necessità di proteggere le sue attività illecite dalle indagini in corso.