Tentato omicidio a Catanzaro, una condanna a 6 anni e 8 mesi

Catanzaro Cronaca

Si è concluso con una condanna a sei anni e otto mesi di reclusione il processo a carico di Giuseppe Democrito, catanzarese di 49 anni imputato per tentato omicidio per aver secondo l'accusa accoltellato un uomo per banali motivi di vicinato. La sentenza e' stata emessa oggi dal Tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Antonio Battaglia, a latere Adriana Pezzo e Giovanna Mastroianni), cui il pubblico ministero Alberto Cianfarini aveva chiesto una condanna a nove anni di reclusione. I giudici hanno inoltre riconosciuto alla parte offesa, M. A. - costituita al processo con l'avvocato Gianfranco Marcello -, il risarcimento del danno che sara' liquidato in sede civile. Democrito e' stato rinviato a giudizio a maggio 2009 per il tentato omicidio di M. A., 42enne impiegato del capoluogo calabrese, rimasto gravemente ferito al torace a seguito di un'aggressione avvenuta il primo maggio del 2006. La vittima, quella sera, si trovava sotto il porticato della propria abitazione in via Paglia, dove attendeva moglie e figlia. Ad un certo punto, per motivi che non furono mai stabiliti in maniera certa, ma che con ogni probabilita' riguardarono i rapporti di cattivo vicinato, tra lui e l'imputato sarebbe nata una colluttazione nel corso della quale M. A. venne colpito con un oggetto che, secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe stato uno dei coltelli poi ritrovati nel vano porta oggetti dell'automobile di Democrito, mentre secondo la versione di questi sarebbe stata la chiave della macchina. Quest'ultimo, la stessa sera dei fatti, fu arrestato dalla Polizia con l'accusa di tentato omicidio e porto abusivo di coltelli di genere vietato. Il gip presso il tribunale convalido' poi il suo arresto disponendo la custodia in carcere, poi confermata anche dal tribunale del riesame - Democrito oggi e' completamente libero -. L'imputato ha sempre sostenuto di essersi difeso nel corso di una lite, e durante il dibattimento il perito nominato dal Tribunale, il dottore Massimo Rizzo, ha concluso per la parziale infermita' di mente di Democrito, del quale ha ripercorso la storia fatta, ha detto il medico, di "continue importanti assunzioni di stupefacente ed anche di alcol". A questo punto i difensori di Democrito, gli avvocati Pietro Pitari e Amedeo Bianco, attenderanno le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro novanta giorni, per poi proporre appello.