Tentato omicidio nel Catanzarese, condannato pensionato
Si è concluso con una condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione ed al risarcimento del danno alla parte civile il giudizio abbreviato a carico di Giuseppe Alcaro, catanzarese di 59 anni, pensionato, arrestato dai carabinieri lo scorso settembre, a Squillace, con l'accusa di tentato omicidio e porto ingiustificato di armi dopo l'accoltellamento di un ucraino 25enne avvenuto al culmine di una lite.
La sentenza è stata emessa dal giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, che ha celebrato il rito abbreviato chiesto dall'imputato - e che gli è valso lo sconto di pena di un terzo - a seguito della precedente richiesta di giudizio immediato avanzata dal sostituto procuratore titolare delle indagini, Saverio Vertuccio. Alcaro si trova in libertà, dopo che il giudice per le indagini preliminari, Abigail Mellace, accolse l'istanza dei suoi legali, gli avvocati Fulvio Attisani e Maria Teresa Calastra, sostituendo per lui la custodia cautelare agli arresti domiciliari con il solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma, in virtu' delle scemate esigenze cautelari. Ai domiciliari Alcaro si trovava dal 17 settembre, giorno in cui il gip convalidò l'arresto del pensionato e poi, accogliendo la richiesta dell'Ufficio di procura, lo pose in custodia. Alcaro, secondo quanto contestatogli, avrebbe colpito il giovane Taras Vovchanin - costituito parte civile con l'avvocato Arturo Bova -, un operaio incensurato, con due coltellate che hanno raggiunto il 25enne all'addome ferendolo in maniera molto grave, a seguito di una lite scoppiata all'interno di un bar a quanto pare per futili motivi. Dopo la lite, secondo la ricostruzione dei militari, Alcaro sarebbe uscito dal locale e, preso un coltello dall'auto, avrebbe pugnalato il giovane ucraino, finito poi in ospedale in prognosi riservata. (AGI)