Tassista accoltellato a morte, arrestato un amico: ucciso per motivi passionali
A distanza di poco più di un anno la Procura ed il Tribunale di Cosenza avrebbero fatto luce sull’omicidio di Antonio Dodaro, il tassista ucciso il 7 gennaio del 2020 mentre era in servizio presso l’autostazione cosentina (QUI).
L’uomo venne ferito con un coltello al collo, alla mano e all’addome mentre si trovava seduto nel suo mezzo. Finita l’aggressione riuscì a raggiungere l’ospedale, ma nonostante le cure ricevute morì pochi giorni dopo, il 13 gennaio.
Appena giunto in ospedale, la vittima dichiarò agli agenti di essere stato aggredito da un extracomunitario di colore, uno sconosciuto, poiché non avrebbe voluto pagare la corsa in taxi, di 10 euro, e che solo successivamente avrebbe incontrato un suo amico, Antonio Chianello, trentacinquenne di Paola, con cui giunse poi in ospedale.
Tuttavia le dichiarazioni rese dai due soggetti sono apparse immediatamente contraddittore, al punto che la squadra mobile ha ritenuto necessario avvalersi di attività di intercettazione, di analisi dei sistemi di videosorveglianza e di acquisizione di testimonianze.
A seguito delle indagini, durate per un intero anno, sarebbe emersa così la presunta responsabilità di Chianello, che avrebbe aggredito il tassista per motivi passionali.
Una tesi suffragata anche dagli accertamenti tecnico-scientifici che hanno fatto emergere come delle tracce di sangue rilevate su quest’ultimo e sui suoi indumenti siano “assolutamente compatibili” con le ferite riportate dalla vittima.
A chiusura del cerchio, poi, e secondo quanto ricostruito dai poliziotti, il trentacinquenne, l’11 novembre scorso, sarebbe stato raggiunto dalla moglie del defunto tassista, intenzionata ad accoltellarlo per vendicarsi dell’uccisione del marito, “proprio perché ben consapevole, sulla base di quanto le aveva confidato il marito poi deceduto, che l’autore dell’omicidio era appunto Chianello che aveva accoltellato il Dodaro asseritamente per motivazioni di carattere passionale”, affermano gli inquirenti.
Raccolti tutti questi elementi, il Gip del Tribunale di Cosenza ha disposto un’ordinanza di arresto nei confronti dell’uomo, ora accusato di omicidio aggravato da futili motivi, e per il quale si sono spalancate le porte del carcere cittadino.