Canili-lager nel Reggino, in 17 rinviati a giudizio
Sono 17 i rinvi a giudizio nel procedimento scaturito dall’inchiesta sulla gestione del canile nella frazione Mortara di Reggio Calabria (QUI) e Campo Calabro.
Il gup Tommasina Cotroneo ha, infatti, mandato a processo le persone indagate a vario titolo di truffa, estorsione, violenza privata e maltrattamento di animali.
Il processo, che inizierà il prossimo 5 maggio davanti al Tribunale di Reggio Calabria, è scaturito a seguito delle indagini condotte dal Nirda del Gruppo carabinieri forestale.
Per l’accusa l’associazione che aveva in gestione il canile avrebbe truffato il Comune, dal momento che avrebbe prodotto false attestazioni nell’ambito della procedura finalizzata per l’aggiudicazione della gestione del canile.
Tra le accuse contestate ci sono anche quelle di estorsione e violenza privata e quello di maltrattamento di animali, dal momento che per gli inquirenti i cani ospitati nella struttura sarebbero stati detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura.
Tra i rinviati a giudizio, oltre a Irene Putortì, rappresentante legale dell’associazione “Aratea”, affidataria della struttura comunale a Pellaro che ospitava i cani, c’è anche l’ex commissario straordinario dell’Asp di Reggio, Giacomino Brancati, accusato di avere omesso “il rinnovo della convenzione o l’istituzione di un nuovo bando per il recupero dei cani randagi sollecitati dai Servizi veterinari”.