Sequestri da Parma a Crotone. Sigilli ai beni di imprenditore collegato alla ‘ndrangheta
C'è il nome di Franco Gigliotti, 53 anni, nelle carte del decreto di sequestro eseguito oggi dalla Polizia e dalla Guarda di finanza di Parma (QUI).
Questa mattina le forze dell’ordine hanno apposto così i sigilli ai beni riconducibili all’imprenditore - del valore di 13 milioni - su decreto emesso dal tribunale di Bologna, su proposta congiunta della Procura distrettuale dello stesso capoluogo e del questore di Parma Massimo Macera.
Gigliotti è titolare e socio di numerose imprese con ingenti volumi di affari, in larga parte radicate in Emilia Romagna.
Per l’accusa il 53enne sarebbe stato il punto di riferimento della consorteria cirotana, i Farao Marincola, tanto da diventarne organico.
Secondo gli inquirenti avrebbe assunto il ruolo di finanziatore del clan, mettendo a disposizione dell’organizzazione le proprie risorse economiche e attività imprenditoriali (QUI).
E non solo, perché avrebbe anche assunto nelle aziende personale selezionato dal “direttorio” della cosca così da “proteggere” l’attività imprenditoriale da eventuali pressioni eversive di altri clan.
Il sequestro di oggi riguarda diversi beni, tra cui una ventina di immobili a Parma, alcuni a Riccione e all’Isola d’Elba, numerosi terreni e immobili a Crucoli, società e quote di partecipazioni societarie, a Parma e in provincia di Crotone, conti correnti bancari, autovetture e motoveicoli.
L’elenco comprende: 11 aziende, 76 immobili, 54 conti correnti, 26 automezzi, 36 quote societarie e sei polizze assicurative.
Il sequestro è stato realizzato con il supporto del Servizio Centrale Anticrimine della Polizia di Stato che ha seguito le operazioni di acquisizione e di materiale presa in possesso dei beni, insieme alla Divisione Anticrimine della Questura di Parma e al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, operazioni che sono ancora in corso.
Soddisfazione è stata espressa da Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia, che si chiede se “la politica veda quanto sta accadendo. Solo in questa settimana abbiamo avuto sequestri per un controvalore di mezzo miliardo di euro. Non vorrei che ormai sentire parlare di decine, centinaia di milioni di euro sia un ritornello che non faccia capire la vera forza delle mafie. E mi chiedo, altresì, cosa sarebbe se tutta la politica fosse concentrata su questo tema della lotta alle mafie, se comprendesse che i miliardi di euro necessari del recovery li abbiamo proprio in casa, ma in mani criminali”.