Narcotraffico internazionale, sgominato asse Reggio-Roma: 33 arresti
La loro affidabilità li aveva portati ad essere incaricati dei compiti più delicati, come l’approvvigionamento dello stupefacente, il trasferimento di ingenti somme di denaro contante, la cura dei rapporti, ma anche le attività intimidatorie ed estorsive.
Era questo il ruolo degli uomini appartenenti alla ‘ndrina degli Alvaro di Sinopoli, coinvolti oggi nell’Operazione Enclave (QUI) che ha sgominato un traffico internazionale di droga assestato sull’asse Reggio Calabria-Roma.
Sono 33 gli indagati per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto abusivo di armi: tutti arrestati alle prime luci dell’alba tra le province di Reggio, Roma, Venezia e Grosseto.
Un’operazione nata a cavallo tra il 2017 ed il 2018, quando i Carabinieri del Nucleo Investigativo individuarono un’articolazione del sodalizio calabrese operante in alcune note piazze di spaccio di Roma.
In quella occasione venne individuato Pasquale Vitalone, quarantaquattrenne pluripregiudicato ritenuto appartenere agli Alvaro, da tempo stabilitosi a Sacrofano per dirigere sul posto le attività criminali.
Un prolungato controllo sulla sua persona ha permesso di mettere in luce una serie di reati legati al narcotraffico, come la negoziazione di una partita di cocaina da 20 chili proveniente dalla Colombia assieme a due “broker”, di cui uno appartenente all’ex Mala del Brenta, e la compravendita di altri 12 chili di cocaina tramite un intermediario bulgaro, che dalla Spagna gestiva la trattativa direttamente con dei colombiani.
Ma non solo cocaina: anche marijuana ed hashish, come dimostrato dalla vendita di una partita di 10 chili d’erba acquistata direttamente da Antonio Pelle, noto come “Ntoni Gambazza” e ritenuto capo dell’omonima cosca di San Luca, e l’intermediazione per l’acquisto di 1500 chilogrammi di “fumo” a nord di Roma, tramite canali differenti e non direttamente collegati alla criminalità calabrese.
LE ESTORSIONI E LE MINACCE
Accertati inoltre una serie di atti violenti, collegati in particolar modo al “recupero crediti” delle somme concesse con modalità estorsive.
Registrati almeno tre casi: uno a danno di un trafficante calabrese, colpevole di una mancata fornitura di droga, che dopo una serie di minacce e violenze ha restituito una parte del denaro ricevuto.
Un altro riguarda un acquirente ritenuto responsabile del mancato pagamento di una partita di cocaina, intimidito con colpi di arma da fuoco e l’incendio della sua auto.
Infine, tre soci di una palestra, che non volevano cedere le loro quote dell’attività al sodalizio criminale e che per questo si sono visti bruciare un’auto e l’ingresso di casa, assieme all’esplosione di diversi colpi di arma da fuoco.
LA BASE LOGISTICA IN OFFICINA
Secondo le indagini, diverse le attività controllate dal gruppo criminale, a partire da un’autofficina di Sacrofano considerata “base logistica” della vendita al dettaglio delle sostanze stupefacenti, ma anche luogo di ritrovo del sodalizio, assieme ad un solarium ed un bar tabacchi, che si ritiene fosse gestito direttamente dal Vitalone al fine di eludere le disposizioni di legge in materia patrimoniale.
Un importante intreccio che ha portato, con l’operazione odierna, all’arresto di dieci soggetti in flagranza di reato per spaccio, e di due soggetti per la detenzione abusiva di armi e munizionamento, nello specifico un revolver Franchi 38 ed un mitragliatore Sten Mk, assieme a due caricatori e 66 proiettili calibro 9. Sequestrati 1,5 chili di cocaina, 115 di marijuana e 30 di hashish.