Movimento 5 stelle: hanno votato “no” al Governo Draghi, espulsi senatori “dissidenti”
Il voto contrario alla fiducia a Mario Draghi è costata l’espulsione dal Movimento 5 stelle anche per quattro senatori calabresi dei pentastellati.
L’annuncio è arrivato questa mattina sulla pagina Facebook del capo politico del movimento, Vito Crimi.
I calabresi che hanno votato “no”, Nicola Morra, Silvana Abate, Margherita Corrado e Bianca Laura Granato, saranno dunque “cacciati”, così come Domenico Auddino che non ha risposto alla doppia chiamata, risultando quindi assente.
La lunga, lunghissima giornata di ieri aveva già fatto presagire la spaccatura in seno al Movimento, poi confermata dallo stesso Crimi dopo la sua dichiarazione affidata ai social.
“I 15 senatori che hanno votato no sono venuti meno all’impegno del portavoce del MoVimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti” ha affermato aggiungendo che “tra l’altro, il voto sul nascente Governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l’esecutivo e l’opposizione”.
Per Crimi, quindi, i 15 senatori che hanno votato no si collocano, nei fatti, all’opposizione. Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del MoVimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo”.
Il capo politico si è detto consapevole “che questa decisione non piacerà a qualcuno, ma se si pretende rispetto per chi la pensa diversamente, lo stesso rispetto si deve a chi mette da parte le proprie posizioni personali e contribuisce al lavoro di un gruppo che non ha altro obiettivo che quello di servire i cittadini e il Paese”.
Nella lista dei dissidenti, oltre ai calabresi ci sono anche Luisa Angrisani, Mattia Crucioli, Fabio Di Micco, Silvana Giannuzzi, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Barbara Lezzi, Matteo Mantero, Cataldo Mininno, Fabrizio Ortis e Vilma Moronese.
“Ieri al Senato il MoVimento 5 Stelle ha votato sì. Non lo ha fatto a cuor leggero, è evidente. Ma lo ha fatto. Lo ha fatto con coerenza – scrive Crimi – e nel rispetto dell’orientamento emerso in seguito all’ultima consultazione, dove la maggioranza dei nostri iscritti si è espressa a favore”.
“E lo ha fatto con coraggio, assumendosi la responsabilità di una scelta che – ha proseguito - non guarda all’interesse esclusivo del MoVimento o al facile consenso, bensì agli interessi di tutti i cittadini italiani e della nostra comunità nazionale. Quello di chi ha votato sì è un voto unitario, una responsabilità collettiva, non del singolo”.
Per Crimi, quindi, “i compromessi con sé stessi, con i propri credo, convinzioni e valori, sono quelli più difficili. Riuscire ad affrontarli e sostenerli per il bene di un Paese che sta vivendo il momento più difficile della sua storia recente non è una sconfitta, è un valore aggiunto in termini di etica e dignità”, ha concluso il capo dei 5Stelle.