Fiducia al Governo Draghi, Barbuto (M5S): “Scelta dura e travagliata”
Ha parlato di “scelta dura, travagliata” Elisabetta Barbuto, deputata del Movimento 5 stelle. E si riferisce alla votazione sulla fiducia del Governo Draghi. La Barbuto ha poi parlato della tentazione di votare no, tanto da dichiarare di aver votato soltanto alla seconda chiamata.
Ma alla fine, scrive “ho detto sì perché è prevalsa in me la decisione di rispettare la volontà di coloro che si sono espressi su Rousseau nonché la volontà di tutti gli elettori italiani che il 4 marzo 2018 ci hanno dato il loro voto per cambiare. L’esperienza mi ha insegnato che mettendosi fuori da soli non si cambia proprio nulla ed io devo continuare a pensare al mio territorio per il quale combatterò fino all’ultimo giorno del mio mandato. D’altronde solo chi non fa non sbaglia mai, anche se si permette pure di pontificare”.
“Se fossimo rimasti all’opposizione probabilmente non avremmo avuto voce in capitolo e si sarebbe consumato un lungo iter di continuità con i governi precedenti. Se fossimo rimasti all’opposizione oggi, probabilmente non avremmo la stessa forza nel difendere i risultati raggiunti e avremmo sicuramente assistito, impotenti, alla restaurazione. Ecco perché ho votato sì alla fiducia ieri”, ha proseguito la Barbuto.
Ha poi affermato di credere nei valori democratici e “poiché, come sintetizzato nella mirabile frase attribuita a Voltaire “Non condivido la tua opinione ma darei la vita per fartela esprimere”, rispetto tutti coloro che hanno votato in dissenso e le loro ragioni anche se non condivido le contrapposizioni feroci delle ragioni del si e del no e le modalità aggressive e denigratorie delle espressioni usate da taluno. Ognuno, credo, sia in grado al termine di un percorso proprio, logico e argomentativo, di giungere ad una decisione e ci sarà tempo e modo, se necessario, per dire no. Lo stesso rispetto pretendo per la mia posizione”.
Ha deciso di parlare dopo giorni dalla votazione Elisabetta Barbuto, ma di aver trascorso giornate di “travaglio interiore” e in particolare davanti “all’evoluzione dello scenario governativo a partire dall’azione dei guastatori professionisti della brigata Renzi & co per passare alle dimissioni di Giuseppe Conte e giungere alla proposta Mario Draghi. Ho preferito tacere e riflettere. È evidente che il sistema non ha mai accettato e tollerato il M5S al Governo”.