Patria Socialista in piazza a Reggio: “No al governo Draghi. Ritorni centrale questione meridionale”
Ieri la legione cosentina di Patria Socialista ha aderito alla manifestazione di Piazza Camagna a Reggio Calabria “La Repubblica Italiana a chi lavora – NO al Governo Draghi ed al Governo delle Banche”, alla quale hanno aderito Associazione e rivista “Cumpanis”, Centro Culturale Comunista e rivista “Gramsci Oggi”, rivista Comunista “Marx21”, M-48, Partito Comunista, dal Movimento per la Rinascita del P.C.I. e l’Unità dei Comunisti.
“Durante l’iniziativa abbiamo voluto ribadire il nostro no convinto al governo Draghi - si legge nella nota stampa del partito - espressione della peggiore destra liberista e, insieme, della clientelare centro-sinistra sempre uguale a sé stesso che, insieme, hanno creato un vuoto politico senza precedenti, subalterno alla Europa delle banche, pronto ad accelerare lo scellerato e discriminatorio progetto di regionalismo differenziato che creerebbe ulteriori divari tra nord e sud”.
“Nel suo intervento -prosegue il comunicato- il segretario Silverio Tucci ha sottolineato come bisogna riconoscere il fallimento degli attuali schieramenti politici al governo che continuano a scaricare sui lavoratori il peso di anni di tagli strutturali acuiti dall’attuale pandemia. L’ex governatore della Banca Centrale Europea non rappresenta che il tentativo di stabilizzare la discontinuità introdotta dalla crisi sanitaria ed economica per sottrarre alla sfera pubblica la contesa sull’uso politico delle risorse provenienti dal recovery found che andranno così a rafforzare gli interessi privati delle imprese ed acuire la crisi democratica in favore di un sistema politico oligarchico dominato dal pensiero unico neoliberale. La palese incapacità di gestire l’emergenza ha a sua volta reso palese l’esito funesto delle politiche neoliberiste che hanno indebolito i sistemi sanitari, lavorativi e sociali a tal punto da farci sprofondare in una crisi sistemica incapace di salvaguardare le classi sociali più deboli”.
“Per questo abbiamo ricordato, in occasione del centenario dalla nascita del Partito Comunista Italiano, la figura di Fausto Gullo che definì la questione meridionale come centrale deve tornare al centro del discorso politico. Riteniamo, infatti, - avanza la nota di Patria Socialista - che dalla finanza e dalla industria il blocco di potere in Italia è estremamente radicato, trasversale e soprattutto incontrastato nel tentativo di distruggere i diritti dei lavoratori costituzionalmente garantiti e rafforzare l’asse globalista e neoliberista spinta dalla sola logica del mercato. Non vogliamo di certo assistere inermi alla crescita esponenziale delle disuguaglianze sociali, né all’impoverimento di regioni già fiaccate dalla crisi. Solo rovesciando questo sistema economico si potrà ottenere l’uguaglianza sociale attraverso una reale lotta di classe. Solo da un governo dei lavoratori, da un sistema socialista si potrà assistere ad un reale cambiamento, a raggiungere equità e giustizia sociale. Ritornano per questo quanto mai attuali le parole socialismo e barbarie di Rosa Luxemburg che – conclude il comunicato - indicano, ieri ed oggi, come non possa esistere un’altra via se non quella dell’autodeterminazione”.