Imprenditori e presunti prestanome indagati dalla Dda, sequestrati beni da 50milioni
Un maxi sequestro preventivo di beni, del valore stimato in oltre 50 milioni, ma anche l’esecuzione di dieci ordinanze cautelari, che vanno a colpire alcuni imprenditori catanzaresi e loro presunti prestanome.
Questo il primo bilancio di un’operazione scattata all’alba di stamani su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e portata a termine dagli uomini della Guardia di Finanza del capoluogo di regione.
Per uno solo dei coinvolti si sono quindi spalancate le porte del carcere, si tratta dell’imprenditore Giuseppe Lobello, detto Pino, di Simeri Crichi.
Altre sei persone sono invece finite agli arresti domiciliari: Francesco Iiritano, di Catanzaro; Antonio e Daniele Lobello, di Simeri Crichi; Vincenzo Pasquino, di Catanzaro; Domenico Rotella, di Simeri Crichi; e Anna Rita Vigliarolo, di Catanzaro.
Sono stati poi interdetti temporaneamente, e per un anno, dall’esercizio dalla professione di ragionieri, consulenti e commercialisti Pasquale Torchia, di Botricello; e Pasquale Vespercini e Vitaliano Fulciniti, entrambi di Catanzaro.
Infine, vi sono altre sei persone indagate nell’inchiesta: Antonio Capellupo, di Botricello; Pietro Garcea, di Simeri Crichi; Marika Lobello di Catanzaro; Gaetano Oliveti, di Taverna; Giuseppe e Francesca Rotella, di Simeri Crichi.
I sigilli sono scattati invece per le aziende Strade Sud di Simeri Crichi; Trivellazioni Speciali di Botricello; Marina Café di Catanzaro; Consorzio Stabile Genesi di Catanzaro; e Consorzio Stabile Zeus di Simeri Crichi.
I dettagli dell’inchiesta saranno resi noti, alle 10 di questa mattina, nel corso di una conferenza che si terrà presso il Comando Provinciale delle fiamme gialle, alla presenza del Procuratore Nicola Gratteri e dell’Aggiunto Vincenzo Capomolla.