Dopo 28 anni luce sull’omicidio dell’imprenditore Piccione, fatto fuori per vendetta
Avrebbero agito in maniera premeditata e a vantaggio della ‘ndrina dei Lo Bianco-Barba. Così Salvatore e Rosario Lo Bianco sono stati raggiunti stamani da una misura cautelare in carcere essendo ritenuti responsabili, in concorso, dell’omicidio dell’imprenditore vibonese Filippo Piccione, ucciso a Vibo Valentia ben 28 anni fa, ovvero il 21 febbraio del 1993.
L’indagine, condotta dai Carabinieri del Ros e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale del capoluogo napitino, e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, è scaturita da uno stralcio del procedimento Rinascita-Scott (QUI), a seguito del quale, il 19 dicembre del 2019, sono state eseguite dall’Arma 334 misure cautelari a carico di persone accusato, a vario titolo, di associazione mafiosa e altri gravi delitti connessi (QUI).
Secondo gli investigatori, l’omicidio sarebbe stato voluto e deciso dai vertici della cosca Lo Bianco, attiva nel capoluogo, per vendicare la morte del loro familiare Leoluca Lo Bianco, ammazzato nelle campagne di Vibo il primo febbraio del 1992.
Dalle indagini emerse che i colpi di fucile che causarono la morte di quest’ultimo furono esplosi dall’interno di una proprietà di Piccione.
E, dunque, sarebbe stata proprio questa circostanza a far nascere all’interno della cosca il sospetto di un coinvolgimento dell’imprenditore. Informazioni, queste, ricostruite dagli inquirenti anche attraverso l’esame delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.