Ergastolo ostativo, la vedova Fortugno: “Si a misure eccezionali contro le mafie”
“La mia posizione al riguardo resta la stessa che ebbi modo di esprimere, circa un anno e mezzo fa, dopo la pronuncia della Cedu. Io ritengo che le mafie non siano un fenomeno criminale come gli altri e, pertanto, lo Stato non può affrontare un’emergenza del genere utilizzando strumenti ordinari ma deve fare ricorso a misure eccezionali, come l’ergastolo ostativo”.
Lo afferma in una nota Maria Grazia Laganà Fortugno, vedova di Francesco Fortuno, vicepresidente del consiglio regionale ucciso in un agguato di ‘ndrangheta nel 2005 a Locri.
“In queste settimane, in cui la Corte costituzionale è impegnata ad affrontare il delicato nodo dell’ergastolo ostativo, il dibattito pubblico sembra essersi finalmente ricordato dell’esistenza delle mafie, argomento sparito dai radar dei mass media e della politica, nonostante la pandemia stia facendo un grande favore alla criminalità organizzata, specie quella dedita all’usura” continua l’ex deputata, chiedendo “la certezza delle pene” per crimini di natura mafiosa.
“Rimettere in libertà un mafioso non pentito offende la memoria delle vittime innocenti della criminalità, dei magistrati e del personale delle forze dell’ordine che hanno perso la vita a difesa della libertà di tutti. Pensare che possa tornare alla propria vita un mafioso che si è macchiato di decine, se non di centinaia, di delitti, mina alle fondamenta la fiducia dei cittadini nello Stato di diritto” afferma ancora, concludendo: “va fatto comprendere il messaggio che essere mafiosi è ingiusto e sbagliato e che perciò chi intraprende quella strada è destinato al carcere a vita”.