La ‘ndrangheta nel mondo, fare rete per sconfiggerla: summit in Calabria tra Gratteri e Interpol
Il Procuratore Nicola Gratteri ha incontrato oggi a Catanzaro il vertice operativo di Interpol che ha dato vita al progetto I-Can (Interpol Cooperation Against 'Ndrangheta) che coinvolge forze di polizia italiane e di 10 Paesi (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Svizzera, Uruguay, USA) che hanno costituito unità operative dedicate alla lotta alla 'ndrangheta.
Oltre a Gratteri, gli “emissari” dell’Interpol hanno incontrato tutte le forze di polizia e il capo della Dda di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri. Presente anche il questore di Catanzaro Mario Finocchiaro.
"Siamo qui per discutere con Gratteri della progettualità I-Can e abbiamo con noi il vice direttore di Interpol Stephen Kavanagh”, ha detto Vittorio Rizzi, vicecapo della Polizia.
“I-Can ha già dato risultati e molti latitanti sono stati localizzati in giro per il mondo. Oggi – ha affiunto Rizzi- è un fatto acquisito che la 'ndrangheta sia diffusa in vari Paesi. Per contrastarla è necessario avere collaborazioni in tutto il mondo. I-Can è un progetto che stiamo conducendo con Interpol per effettuare, contro una minaccia globale, una lotta globale".
Ad un anno dall’avvio, i progetto “I-Can”, proprio ieri ha consentito di ottenere il risultato dell’arresto del latitante di ‘ndrangheta Marc Feren Claude Biart (QUI), fermato nella città di Boca Chica e arrestato appena atterrato a Malpensa.
"La ragione dell'incontro è capire quali sono le connessioni grazie alle quali la 'ndrangheta riesce a raggiungere altre aree del mondo. L'impatto è sull'economia locale: succede nelle Americhe, in Australia. Vogliamo aiutare le procure locali nel contrasto del fenomeno", ha detto il vice direttore di Interpol Stephen Kavanagh.
"E' una visita che abbiamo organizzato da tempo con l'organizzazione di respiro internazionale che tende a collegare i Paesi in cui c'è la 'ndrangheta per creare uniformità di indirizzo, di approccio e tecniche di indagine”.
Questo quanto ha dichiarato invece Gratteri, che ha aggiunto: “La nuova struttura tenderà anche a fare formazione per le Polizie che operano in zone in cui c'è la 'ndrangheta. Dobbiamo creare corsi per omologare tecniche di indagine ma soprattutto per far conoscere la 'ndrangheta, anche partendo dalla storia, e capire perché siamo arrivati ad assistere a un fenomeno mafioso sempre più forte e pervasivo".
Per Gratteri è necessario innanzitutto "un approccio conoscitivo, storico e non pensare che le mafie agiscano tutte allo stesso modo. C'è un approccio criminale diverso anche all'interno delle stesse mafie italiane. Quindi è bene spiegare qual è la traccia da seguire".
Sulla consapevolezza della pervasività del fenomeno all'estero, per Gratteri "siamo all'inizio, nonostante se ne parli da tanti anni".
(Notizia aggiornata alle 17.31)