Per 15 anni non sarebbe andato al lavoro, chiuse le indagini su presunto assenteista seriale

Catanzaro Cronaca

La Guardia di Finanza di Catanzaro ha notificato ai diretti interessati la conclusione dell’indagine preliminare in seguito all’operazione “Mezzo Servizio”, al presunto assenteismo “seriale” di alcuni dipendenti pubblici dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”.

Sette i soggetti tra dipendenti, funzionari e dirigenti iscritti a vario titolo fra gli indagati: si tratta di Salvatore Scumace, sessantasettenne di Botricello, Nino Critelli, sessantaseienne di Catanzaro, Vittorio Prejanò, sessantottenne di Catanzaro, Maria Pia De Vito, sessantottenne di Montepaone, Domenico Canino, sessantaduenne di Cantazaro, Laura Fondacaro, cinquantaduenne di Soverato ed Antonio Molè, cinquantatrenne di Catanzaro.

Secondo quanto verificato dal Nucleo di Polizia Economica della Guardia di Finanza di Catanzaro, dopo un certosino lavoro di ricostruzione di turni e di tabulati di presenza, sarebbe emerso come Scumace non si sarebbe mai recato in servizio per ben 15 anni, pur ricevendo una cospicua retribuzione di oltre 538 mila euro.

Il soggetto avrebbe fatto ricorso a pratiche estorsive nei confronti dei propri superiori sin dal 2005, grazie all’aiuto di altri che avrebbero minacciato la loro incolumità e quella dei loro familiari per far omettere le sue assenze ed evitargli le segnalazioni disciplinari.

I dirigenti dell’Azienda Ospedaliera avrebbero dunque omesso di adempiere ai controlli dovuti, permettendo così all’uomo di perseguire nel suo reiterato assenteismo.

Anche la commissione costituita appositamente nel luglio del 2020 non riuscì a concludere un provvedimento disciplinare a carico di Scumace, in quanto, in assenza di prove nonostante una “palese condotta, non ha ritenuto necessario avanzare un addebito disciplinare nei suoi confronti.

Discorso diverso invece per il secondo provvedimento, avviato nell’ottobre dello stesso anno e conclusosi con il licenziamento senza preavviso.

Tutti gli attori coinvolti risultano ora indagati per abuso d’ufficio, omissione di controllo ed assenteismo.