‘Ndrangheta nei parchi eolici, quattro condanne e un’assoluzione
Quattro condanne e un’assoluzione. È la decisione dei giudici del Tribunale collegiale di Catanzaro nell’ambito del processo nato dall’inchiesta della Dda di Catanzaro “Via col vento” (QUI) sulla presenza delle cosche di 'ndrangheta nell’affare dell’eolico.
Pantaleone Mancuso, boss di Limbadi; Rocco Anello, boss di Filadelfia; e Romeo Ielapi, di Filadelfia, sono stati dunque condannati a 11 anni di reclusione, mentre per Riccardo Di Palma, di Guardaregia, la condanna è di sette anni. È stato invece assolto Mario Scognamiglio, di Napoli.
L’inchiesta, partita dalla Dda di Reggio Calabria, ha messo in luce la presunta ingerenza della criminalità organizzata nel settore dell’eolico.
Secondo quanto emerso, in quattro province su cinque (Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia) i clan Paviglianiti di San Lorenzo, nel Reggino, Mancuso di Limbadi e Anello di Filadelfia, entrambi nel Vibonese, e Trapasso di Cutro, nel Crotonese, avrebbero gestito la costruzione dei parchi eolici, il tutto grazie alla connivenza di amministratori e imprenditori (QUI).
Tuttavia, visto il coinvolgimento di persone appartenenti a diverse province calabresi, i fascicoli con le posizioni degli indagati sono state inviate ai tribunali competenti.
Quello con le posizioni della cellula catanzarese è stato quindi “gestito” dal sostituto procuratore Antonio De Bernardo, oggi alla Dda di Catanzaro, che aveva seguito l’inchiesta dai suoi esordi, quando era pm a Reggio Calabria.