Inchiesta “Basso profilo”: indagini chiuse per 85 persone
Indagini chiuse per 85 persone coinvolte nell’inchiesta “Basso profilo”, coordinata dalla Dda di Catanzaro. L’inchiesta - riguardante presunti collegamenti tra le cosche del crotonese, politici, imprenditori e pubblici amministratori - aveva visto finire ai domiciliari, lo scorso gennaio, anche l’ex segretario regionale del partito e attuale assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico (QUI) con l’accusa di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso.
Con la stessa accusa era stato coinvolto nell’inchiesta anche il leader dell’Udc Lorenzo Cesa. Lo stesso Cesa, all’epoca dei fatti eurodeputato, secondo l’accusa “d’intesa con Talarico” si sarebbe impegnato “ad appoggiare il gruppo”- nel quale spiccava la figura dell’imprenditore Antonio Gallo, definito dagli investigatori come un “jolly” in grado di rapportarsi con i capi di ciascun gruppo mafioso - per “soddisfare le mire dei sodali nel campo degli appalti, proponendosi di fornire indicazioni su soggetti incardinati in enti pubblici, in società in house e anche in Albania”.
Talarico, che si è visto revocare i domiciliari lo scorso aprile (QUI), come candidato alle politiche del 2018, avrebbe inoltre offerto il suo “appoggio per introdurre Gallo e l’imprenditore Antonio Pirrello in ambienti politico-istituzionali nazionali” chiedendo in cambio “un consistente pacchetto di voti. A tal proposi a Talarico viene contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso.
Tra gli indagati spiccano anche anche l’ex presidente di Confindustria Giovani di Crotone Glenda Giglio e Rocco Guglielmo, notaio di Catanzaro, nonché Tommaso e Saverio Brutto, padre e figlio, il primo ex consigliere comunale di Catanzaro, Ercole e Luciano D’Alessandro, anche loro padre e figlio, il primo ex militare della Guardia di Finanza.
Per chiedere di essere sentiti dal Pm o depositare memoria difensiva gli indagati avranno tempo venti giorni.