“U paccio” torna a casa: dopo la cattura in Spagna il latitante Romeo è rientrato in Italia
Catturato due mesi fa a Barcellona è rientrato ieri dalla Spagna il latitante di ‘ndrangheta Giuseppe Romeo, 35enne di San Luca.
Il ricercato - che è tornato in Italia scortato dal personale dello Scip, il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia - ritenuto un “pericoloso criminale”, è stato arrestato l’11 marzo scorso (QUI), sulla base di un mandato di arresto europeo.
Ad eseguire la cattura sono stati gli uomini dell’Equipo Operativo della Guardia Civil spagnola, nell’ambito di un’operazione di polizia resa possibile dalla cooperazione fornita dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dallo Sco, il Servizio Centrale Operativo, sotto l’egida della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo dello Stretto, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri.
Il ricercato, conosciuto con i soprannomi di “u pacciu”, “maluferru” o “u nanu”, è figlio di Antonio Romeo, detto “centocapelli”.
Secondo gli inquirenti sarebbe il promotore, organizzatore e finanziatore dei traffici di cocaina in Europa. Trasferitosi in Germania, avrebbe fatto la spola fra la Calabria, la Lombardia e l’Europa nord-occidentale proprio per stringere accordi con i fornitori e con alcuni intermediari in Belgio, Olanda e Germania.
“U pacccio”, sul cui capo pendono due ordinanze di custodia in carcere, è stato anche attinto da un sequestro nell’ambito dell’inchiesta “European ‘Ndrangheta Connection” (QUI).
Il 13 novembre dell’anno scorso è stato condannato dal Gup di Reggio Calabria a 20 anni di reclusione per la partecipazione, “con ruolo di rilievo”, ad un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale, per detenzione di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori ed auto-riciclaggio.
È stato anche condannato in primo grado per aver intestato fittiziamente le proprie quote del bar-gelateria “Cafè La Piazza” di Bruggen, in Germania - sequestrato sempre nel corso dell’operazione “European ‘Ndrangheta Connection” - ad altri imputati nella stessa inchiesta, oltre che per l’auto-riciclaggio ed il reimpiego di proventi illeciti sempre nello stesso locale tedesco.
Il suo rientro in Italia è frutto di un’intensa collaborazione tra le forze di polizia italiane e spagnole, favorita dall’attività di cooperazione internazionale del Progetto I-Can.
Gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e dello Sco, coordinati dal Procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo e dai Sostituti Simona Ferraiuolo e Alessandro Moffa, hanno fornito a suo tempo ai colleghi spagnoli elementi importanti sulla sua presenza nella penisola iberica, dopo che era riuscito a sottrarsi all’arresto nel blitz del 5 dicembre del 2018 (QUI).
A fermarlo era stato una Squadra Investigativa composta da diverse Forze di Polizia italiane (Polizia di Stato e Guardia di Finanza) ed europee (il BKA tedesco, FIOD olandese e Polizia Belga), con il coordinamento della Direzione
Distrettuale Antimafia reggina, della Procura di Duisburg (i Germania), dell’autorità Giudiziaria Olandese, di Eurojust e di Europol.
L’arresto ed il rientro in Italia di Romeo rappresentano un importante risultato del progetto I-Can - l’Interpol Cooperation Against 'Ndrangheta - contro la criminalità calabrese, promosso dall’Italia insieme ad Interpol, che coinvolge Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e le forze di polizia di altri dieci Paesi del mondo: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Svizzera, Uruguay e Stati Uniti.