‘Ndrangheta: in manette il latitante Sebastiano Strangio
Sebastiano Strangio, 38enne di San Luca, latitante dal 2011, è stato arrestato in provincia di Alessandria dagli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta da Gennaro Semeraro, e quelli del capoluogo piemontese. Strangio non era armato, al momento della cattura ha negato di essere il ricercato fin quando è stato condotto in questura, dove finalmente ha ammesso la propria identità.
Sebastiano Strangio, personaggio di spicco della omonima cosca, era ricercato dal 2011 per un ordine di carcerazione perché si era sottratto alla sorveglianza speciale dandosi alla latitanza volontaria dal 2006 dopo l'uccisione della sorella. L'uomo infatti è fratello di Maria Strangio, la cui uccisione nella strage di Natale del 2006 diede origine alla faida di San Luca, culminata con la strage di Duisburg. Sul capo di Sebastiano Strangio pendono ancora in secondo grado le accuse di omicidio e associazione per delinquere di stampo mafioso. (Agi)
13:12 | Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, si e' congratulata con il Vice Capo della Polizia vicario, Alessandro Marangoni, per l'operazione eseguita dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e di Alessandria, dal servizio Centrale Operativo della Polizia e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che ha portato all'arresto di Sebastiano Strangio, elemento di spicco della potente cosca Nirta-Strangio di San Luca e latitante dal 2007.
"Voglio ringraziare le Forze dell'ordine e la Magistratura - ha sottolineato Cancellieri - per l'arresto di un pericoloso latitante come Sebastiano Strangio che segna una fase importante di una piu' ampia azione di contrasto avviata nei confronti di pericolosi cartelli criminali della 'ndrangheta calabrese".
h 19: 40 | Il latitante Sebastiano Strangio, arrestato stamani a Castelnuovo Scrivia in provincia di Alessandria dalla squadra mobile di Reggio Calabria, deve scontare un anno di reclusione, pena definitiva, per essersi sottratto agli obblighi della sorveglianza speciale cui era sottoposto. L'ordine di carcerazione è stato emesso il 15 dicembre 2011 dalla procura di Locri, data dalla quale Strangio è tecnicamente latitante. L'uomo è stato bloccato questa mattina alle ore 9,20 dagli agenti diretti da Gennaro Semeraro, che hanno agito con i colleghi di Alessandria e con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia.
Le attività investigative sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, nelle persone del procuratore Federico Cafiero De Raho e del suo aggiunto Nicola Gratteri e del sostituto Francesco Tedesco. Sebastiano Strangio, 38enne nato a Locri e residente a San Luca, appartiene alla omonima famiglia di 'ndrangheta San Luca, alleata coi Nirta e contrapposta al clan Pelle-Vottari.
Strangio è stato riconosciuto mentre beveva un caffè in un bar a Castelnuovo Scrivia, è stato fermato all'uscita dal bar, non era armato e non ha opposto alcuna resistenza, ma ha tentato di nascondere la sua identità esibendo una patente di guida falsa. Giunto in Questura, ha ammesso la propria identità. Strangio si era sottratto agli obblighi della sorveglianza speciale quando, nel 2006, si è dato alla latitanza volontaria dopo l'uccisione di sua sorella, Maria Strangio, vittima dell'agguato di stampo mafioso avvenuto il 25 dicembre di quell'anno, passato alla storia delle cronache come la "strage di Natale", in cui vennero feriti anche altri suoi parenti.
L'uccisione della donna innescò la violenta reazione della cosca Nirta-Strangio, scatenando l'escalation criminale della cosiddetta "faida di San Luca", poi culminata nella "Strage di Duisburg" del ferragosto 2007. Nel processo scaturito dalla lunga e sanguinosa faida, denominato appunto Processo Fehida, Strangio fu destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel 2007 ma poi revocata dalla Corte di Assise presso il Tribunale di Locri, nel luglio 2011, che assolse Sebastiano Strangio dai reati a lui contestati. Il processo oggi pende in secondo grado. Strangio era imputato di associazione di stampo mafioso e in concorso di omicidio ai danni di Bruno Pizzata, avvenuto il 4 gennaio 2007.