Deve scontare quattro anni, in carcere presunto affiliato ai Pelle-Vottari
Alle prime luci dell’alba di ieri, a Benestare, i Carabinieri della Stazione di Careri e Locri, hanno eseguito un ordine di carcerazione, emesso dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria, nei confronti del 42enne Achille Marmo, ritenuto affiliato al clan Vottari, alias “Frunzu”, e condannato per associazione di tipo mafioso (commesso in Italia e all’estero) e che deve espiare una pena residua di 4 anni, 6 mesi, 8 giorni di carcere.
Marmo è finito agli arresti domiciliari nel 2012 con l’accusa di aver fatto parte della cosca di ‘ndrangheta denominata dei Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, da anni in lotta tra di loro per il controllo del territorio e non solo. Una faida, quella di San Luca, che culminò con la tristemente nota “strage di Duisburg”, in Germania, dove nella notte di ferragosto del 2007, sei persone rimasero uccise in un agguato. Tra loro c’erano anche Giovanni Strangio, contitolare insieme al fratello Sebastiano (anch’egli ucciso nell’agguato) del ristorante “da Bruno”, dove avvenne il grave fatto di sangue, e Marco Marmo, fratello di Achille, secondo gli inquirenti il vero obiettivo dei killer che entrarono in azione per vendicare la morte della moglie del boss dell’altra cosca, Gianluca Nirta.
Gli inquirenti, per spiegare lo spessore criminale mafioso di Marmo, coinvolto nel processo Fehida, si soffermano proprio sulla “Faida di San Luca”, il cui segnale d’inizio è stato determinato da una banale lite scaturita a seguito di un lancio di uova durante una festa di Carnevale, nel 1991 (passato alle cronache giudiziarie come il cosiddetto Scherzo di Carnevale).
Il bollettino di “guerra” fece registrare due persone rimaste uccise, ed altre due gravemente ferite, tutti noti esponenti della cosca di San Luca dei Nirta-Strangio. E ancora, l’1 maggio del 1993, avvenne il fatto di sangue più eclatante individuato nella cosiddetta “Strage del primo maggio”, quando il gruppo “Nirta-Strangio” eliminò violentemente Giuseppe Vottari (64 anni) e Vincenzo Puglisi (42), generando l’immediata reazione del gruppo Vottari che, nella stessa serata, eliminò Antonio Strangio (63) e Giuseppe Pilia (46).
Nella serata del 25 dicembre del 2006, a San Luca, fu poi uccisa Maria Strangio e vennero ferite tre persone. Il tragico fatto di sangue di quel Natale (da qui denominato “La Strage di Natale”) è stato un evento eccezionale mai avvenuto in contesti di ‘ndrangheta, dove le donne sono ricoperte da un alone di “sacralità”, ed è stato d’inizio alla “Strage di Duisburg”.
L’episodio, da subito, fu inquadrato nella “faida di San Luca”, riesplosa in maniera violenta dopo l’omicidio di Maria Strangio, cui la strage di Duisburg può senz’altro considerarsi la prima vera risposta della consorteria mafiosa “Nirta- Strangio” all’omicidio della donna, moglie di Giovanni Luca Nirta.
Una delle vittime, Marco Marmo, era considerato uno dei principali affiliati alla cosca avversa dei “Vottari-Pelle- Romeo”. Il 30 agosto del 2007, i pm Boemi, Gratteri, Fimiani e Perrone Capano, della Procura Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, avevano emesso un’ordinanza di fermo di indiziato di delitto e contestualmente una richiesta di custodia cautelare in carcere (l’Operazione Fehida) a carico di circa 30 indagati ritenuti responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso. Proprio all’interno di questo complesso contesto criminoso si collocherebbe per gli investigatori la figura di Achille Marmo che, nella mattinata di ieri, è stato tradotto nella Casa Circondariale di Reggio Calabria.