‘Ndrangheta, arrestato in Colombia il latitante Scipione
I Carabinieri e la Policia Nacional Grupo Siu di Bogotà, nell’ambito di una stretta cooperazione giudiziaria instaurata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria con le Autorità colombiane, e grazie al costante supporto assicurato dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, hanno localizzato e tratto in arresto Santo Giuseppe Scipione, nato a San Luca (Rc), 80 anni, latitante dal 2006.
Scipione, detto "Papi", era stato coinvolto nell'operazione "Decollo" che aveva fatto luce, fra l'altro, su un ingente traffico di droga fra l'Europa e la Colombia nell'ambito del quale l'uomo avrebbe svolto un ruolo di primo piano. Un altro latitante della 'ndrangheta, Domenico Trimboli, pure accusato di narcotraffico, era stato arrestato in Colombia lo scorso 26 aprile dalla Polizia. I particolari dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa che si terrà al Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria alle ore 11.30 di oggi.
12.30 | Le indagini del Ros, convergenti con quelle della Squadra Mobile di Reggio Calabria, avevano già consentito di localizzare, nella medesima città colombiana, Domenico Trimboli, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi ed arrestato nei giorni scorsi dalla Polizia colombiana.
Scipione, che a Medellin si era ripetutamente incontrato con Trimboli Domenico, era colpito da un provvedimento restrittivo emesso nel gennaio 2004 dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, a seguito dell’operazione Decollo, condotta dal Ros in direzione della cosca Mancuso di Limbadi.
In tale ambito, nel maggio 2012, era stato condannato dal Tribunale di Vibo Valentia a 15 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, dopo essere stato condannato nel luglio 2007 dal Tribunale di Santa Marta per il solo reato associativo, contestatogli nell’ambito del procedimento collegato colombiano.
L’operazione del Ros aveva infatti documentato un vasto traffico di cocaina organizzato su scala mondiale dalla cosca Mancuso di Limbadi (Vv) in joint venture con le strutture paramlitari narcoterroristiche denominate Autodefensas Unidas de Colombia (AUC).
Le indagini, condotte in collaborazione con la D.C.S.A. e gli organismi investigativi spagnoli, tedeschi, francesi, colombiani, venezuelani, statunitensi, togolesi e australiani, avevano consentito, nel gennaio 2004, l’esecuzione di complessivi 154 provvedimenti restrittivi con il sequestro di oltre 5000 kg di cocaina e la documentazione dell’importazione di altri 7800 kg. movimentati tra il Sud America, l’Europa, l’Africa e l’Australia.
Sotto il profilo operativo, per la prima volta era stata applicata la normativa antiterrorismo, che aveva permesso ai carabinieri di operare sottocopertura, in Italia ed all’estero.
Dopo che nel febbraio 1999, a Milano, veniva localizzato e tratto in arresto l’allora latitante Giuseppe Mancuso, esponente di vertice dell’omonima cosca egemone nell’intera provincia di Vibo Valentia, le indagini conducevano all’individuazione di un colossale canale di approvvigionamento della droga dal Sud America, ricostruendo articolazioni, ruoli, basi logistiche e modalità di smistamento del narcotico.
Veniva quindi documentata l’operatività della struttura ‘ndranghetista indagata nel più ampio scenario internazionale, individuando le collaudate sinergie con altre organizzazioni di rilevanza mondiale e pervenendo al sequestro di ingentissimi quantitativi di narcotico, diretti all’Italia ed all’Europa per via marittima. Nella compagine individuata, collegata a gruppi narcotrafficanti spagnoli ed australiani, si integravano una componente vibonese facente capo agli indagati Vincenzo Barbieri e Francesco Ventrici, i quali utilizzavano attività imprenditoriali proprie e di complici per mascherare il traffico e reinvestirne i proventi; una componente colombiana, a sua volta risultante dei Cartelli fornitori della cocaina e dalle organizzazioni narcoterroristiche paramilitari denominate Autodefensas Unidas de Colombia che, ai primi, fornivano supporti logistici e cornici di sicurezza per la produzione e trasferimento dello stupefacente; una componente jonico-reggina che aveva in Natale Scali - catturato in data 30 ottobre 2003, a Marina di Gioiosa Jonica, dopo 5 anni di latitanza per traffico internazionale di stupefacenti - e Pasquale Marando i vertici incontrastati dell’approvvigionamento per le locali organizzazioni.