“Se ti rivedo qui t’ammazzo”, fidanzati aggrediti e picchiati in un raid di fine agosto
Tutto sarebbe nato dalla gelosia del “presunto” capo della banda, ovvero il più anziano di sette giovani, probabilmente infastidito dal fatto che l’ex compagna volesse godersi una tranquilla serata d’estate in compagnia del nuovo fidanzato.
Quest’ultimo, e dal canto suo, poi avrebbe avuto la “colpa” di essere “un elemento esterno” alla compagnia di amicizie originarie della coppia, circostanza che, unita al fatto di provenire da Bianchi, distante alcune decine di chilometri da Rogliano, avrebbe scatenato l’impulso vendicativo del 31enne, in ciò seguito ed aiutato dal suo gruppo di amici.
Questa la conclusione a cui sono giunti i carabinieri della cittadina del Savuto dopo aver indagato su una brutale aggressione avvenuta all’incirca un anno fa e di cui cadde vittima una giovane coppia: lui di 25 anni e lei di 24.
Una indagine delicata, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Cosenza e condotta dai militari dell’Aliquota Radiomobile di Rogliano, con il supporto anche dei colleghi della stazione locale.
Tutto avviene nella notte compresa tra il 22 ed il 23 agosto del 2020, quando proprio nel cuore di Rogliano, centro cardine del comprensorio del Valle del Savuto, i due fidanzati erano stati aggrediti violentemente vedendosi anche danneggiare la loro auto, che fu presa a sassate.
Gli accertamenti eseguiti hanno portato oggi gli investigatori a ritenere che del fatto fosse responsabile una presunta banda composta da sette giovani, d’età compresa tra i 17 e i 31 anni e tutti originari e residenti a Rogliano e Marzi.
A quest’ultimi e nel corso dell’operazione “Crazy Night” (QUI) sono stati notificati stamani altrettanti avvisi di conclusione delle indagini preliminari con le accuse di violenza privata, percosse, minaccia aggravata e danneggiamento aggravato ai danni della coppia di loro coetanei.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Da quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo, quella sera, sarebbe arrivato a bordo di tre diverse vetture ed avrebbe costretto le vittime prima ad accostare e poi a fermarsi nella centralissima via Antonio Guarasci.
Poi, una volta scesi dalle auto, avrebbero fatto scendere dal mezzo il ragazzo, minacciandolo di morte. Dopodiché cinque dei presunti aggressori lo avrebbero immobilizzato con la forza, picchiandolo violentemente, mentre gli altri due, raccolti dei sassi da terra, avrebbero infranto i vetri della sua autovettura.
A bordo di quest’ultima si trovava ancora, seduta sul lato passeggero, la fidanzata, che rimase fortunatamente illesa nonostante i numerosi frammenti di vetro riversatasi all’interno dell’abitacolo.
Durante il raid sarebbero state anche proferite minacce di morte se il ragazzo fosse stato rivisto nel comune di Rogliano.
Compiuta l’azione, il branco si sarebbe così dileguato rapidamente tra le vie del centro storico, anche perché le urla delle vittime e la rocambolesca operazione avevano svegliato molti residenti, alcuni dei quali avevano già allertato il 112.
I carabinieri, nel corso dell’indagine, sono arrivati quindi a ricostruire sia la dinamica dell’accaduto che la motivazione scatenante il raid, grazie alla collaborazione delle vittime e di numerosi passanti.
Gli avvisi - notificati dai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile e della Stazione Carabinieri di Rogliano, supportati da personale dei Comandi Stazione limitrofi - sono stati emessi dalla dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza e dalla Procura dei Minorenni presso il Tribunale di Catanzaro