Agente “infedele”, inferti otto anni e due mesi di reclusione
Otto anni e due mesi di reclusione per Massimiliamo Allevato. È la sentenza dei giudici del Tribunale di Crotone nei confronti del sovrintendente della Polizia di Stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e rivelazione di segreti (LEGGI). Nell’udienza precedente il pm Paolo Sirleo aveva chiesto otto anni.
L’agente è finito sotto inchiesta a causa del messaggio “News, amò” trovato in una chat Telegram in uno dei telefoni sequestrati a casa di Rocco Devona, ritenuto esponente apicale della cosca Megna del quartiere Papanice.
Devona, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta Tisifone della Dda di Catanzaro, era allora irreperibile (QUI)
Durante l’operazione, e in particolare per quanto riguarda proprio l’irreperibilità di Devona, erano state eseguite diverse perquisizioni per rintracciarlo, e proprio in quel frangente venne ritrovato un telefono cellulare all’interno del quale c’erano una serie di comunicazioni intercorse tra Devona e l’agente.
Proprio il messaggio sul cellulare sequestrato ha messo gli agenti sulle tracce di un collega ritenuto “infedele”.
Il sospetto maturato in ambienti investigativi all’epoca dei fatti era che vi fosse una concomitanza tra il fatto che durante il blitz Devona non si trovasse dove si era andato a cercarlo, e questa serie di messaggi sul telefonino avvenuti tra l’allora ricercato ed il poliziotto poi arrestato.