Falcomatà (Anci) al tavolo dell’Osservatorio nazionale sugli atti intimidatori
Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha partecipato per conto di Anci al tavolo convocato e coordinato dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. E ha lanciato una proposta, quella cioè di stanziare “10 milioni di euro nella Legge di Bilancio dello Stato da dedicare al risarcimento dei danni subiti dai beni pubblici e privati, in casi di intimidazioni e danneggiamenti contro le Amministrazioni territoriali ed i loro rappresentanti".
E non solo. Perché il primo cittadino ha chiesto “una comunicazione più efficace ed evidente sull'inasprimento delle pene per chi si rende protagonista di fatti intimidatori", al fine di "scoraggiare comportamenti illeciti ed offrire un sostegno a chi si trova ad affrontare episodi di questo tipo".
"Infine - ha spiegato ancora Falcomatà - c'è un aspetto culturale ed educativo che va affrontato. Su questi temi c'è bisogno di una presa di coscienza generale, a partire dai ragazzi, cui bisogna trasferire il valore del rispetto delle istituzioni attraverso un dialogo nelle scuole durante le ore di educazione civica, per far capire anche ai più giovani l'importanza del lavoro che le istituzioni territoriali svolgono anche per il loro bene".
Il tavolo ha preso in esame l'aumento esponenziale dei fenomeni intimidatori nei confronti dei sindaci e degli amministratori locali, in particolare nelle regioni del sud Italia.
Nel corso del suo intervento il sindaco ha rimarcato le difficoltà quotidiane cui vanno incontro migliaia di amministratori sul territorio, sindaci ma anche assessori e consiglieri, "sempre in prima linea - ha detto Falcomatà - anzi, in quella che è ormai rimasta l'unica linea, l'unico avamposto di presenza delle istituzioni sul territorio".
"Nel 2021 gli atti intimidatori e le aggressioni subite dagli amministratori locali, ed in particolare dai Sindaci, sono addirittura aumentate - ha spiegato il sindaco - siamo arrivati a circa 370 casi con 50 casi in più rispetto ai dati dello scorso anno. Una recrudescenza del fenomeno dovuta anche all'emergenza sociale derivante dalla crisi sanitaria. Io credo che l'intero Paese abbia apprezzato lo sforzo prodotto dai sindaci durante la fase più cupa dell'emergenza, durante il periodo del lockdown, quando gli amministratori locali sono stati l'unico avamposto sul territorio a garantire la sicurezza dei propri concittadini, il rispetto delle regole, e tutte le esigenze che man mano si sono riscontrate, anche per ciò che riguarda i bisogni primari".
"Purtroppo ancora oggi viviamo un clima di sofferenza generalizzata - ha aggiunto Falcomatà - che è anche alla base del disagio che genera i comportamenti intimidatori nei confronti delle istituzioni. Di fronte alle difficoltà il primo avamposto a cui la comunità si rivolge è il sindaco. Ed in questo senso credo sia necessario tutelare chi svolge questo ruolo con passione, competenza e generosità, spesso assumendosi molte più responsabilità di quelle che gli competono".