Frode sulla fornitura di tute e camici contro il Covid-19, inchiesta a Cagliari su ditta calabrese
Guai per un’azienda con sede operativa a Reggio Calabria e base legale a Roma. Il gip di Cagliari ha infatti disposto il sequestro preventivo per più di 700mila euro nei confronti di un 60enne, amministratore unico dell’impresa nell’ambito di un’inchiesta della Procura sui dispositivi di protezione contro il Covid acquistati dalla Regione Sardegna.
Lo scorso anno un’altra inchiesta ha portato all’arresto dell’imprenditore finito ai domiciliari perché accusato di frode in pubbliche forniture. Il 60enne è stato poi scarcerato per decisione del Tribunale del capoluogo sardo, a cui si erano rivolti i suoi avvocati, che hanno chiesto e ottenuto l’annullamento della misura cautelare.
In quell'occasione la Procura ha contestato la fornitura di 4 milioni di mascherine pagate dalla Regione Sardegna. Stessa contestazione chiesta oggi dal pm Giangiacomo Pilia in questo secondo filone d’indagine.
Questa volta a finire sotto i riflettori sono stati i camici e le tute il cui acquisto, come contestato dall’accusa, non sarebbe stato corrispondente a quanto pattuito con l’Ente appaltante. I dispositivi infatti non sarebbero conformi ai requisiti previsti dalla normativa comunitaria e nazionale.
La Procura ipotizza tanto per l’imprenditore, quanto per l’azienda il reato di truffa. Secondo le stime della Guardia di Finanza i camici e le tute che non rispondono ai requisiti di legge ammonterebbero a 714.365 mila euro. Per questo motivo la Procura ha sequestrato conti e somme di denaro fino a questo importo.