Condanna Mimmo Lucano: da tutt’Italia a Riace per urlare che “non è solo”
Mimmo Lucano non è solo nella sua battaglia con la giustizia. L’ex sindaco di Riace, arrestato e condannato in primo grado a 13 anni e due mesi di carcere per la mala gestione dei fondi destinati all’accoglienza dei migranti (QUI), al suo fianco ha tanta gente che oggi pomeriggio, per dimostrargli vicinanza, è giunta da tutta Italia nel centro del piccolo borgo dell’area metropolitana di Reggio Calabria ed ha preso parte alla manifestazione organizzata dal movimento spontaneo “Riace non si arresta” e da padre Alex Zanotelli, dei frati comboniani. L'appello alla mobilitazione era stato lanciato sui social dopo la sentenza di condanna all'ex sindaco.
Centinaia e centinaia di persone si sono così radunate nella zona del campo sportivo e poi da qui si sono mosse in corteo, intonando la canzone “Bella Ciao”, verso l’Anfiteatro comunale dove è stato allestito un palco su cui, sia oggi che domani, è prevista l’esibizione di diversi artisti. Attesi anche gli interventi, tramite video schermo, di Vinicio Capossela, Roberto Saviano e Fiorella Mannoia.
Tra i presenti oggi a Riace ci sono rappresentanti di movimenti arrivati da tutt’Italia, sindaci del Reggino, l’ex sindaco di Napoli e candidato governatore Luigi de Magistris, Padre Alex Zanotelli e anche il giornalista Gad Lerner.
Lo stesso giornalista, che ha moderato il dibattito pubblico con Lucano, ha dichiarato: “siamo qui tutti offesi e feriti oltre che solidali con Mimmo" ed ha aggiunto “quanto fatto equivale ad uno stupro. Si è voluto demolire una persona”
Lucano, che nel corso del corteo è stato attorniato anche dal calore di molti bambini, ha detto: "Accetto qualsiasi cosa ma non la denigrazione morale”.
“Per diversi anni Riace, piccolo comune collinare dell'alto ionio reggino, nella Locride,- ha aggiunto l’ex primo cittadino - comprensorio afflitto e assalito da tanti problemi sociali, economici ed occupazionali, ha rappresentato il riscatto del territorio su un tema che da almeno due decenni ha segnato la storia dell'umanità: le migrazioni e la mancanza di una vera giustizia sociale".
"In tutta questa vicenda - ha affermato ancora Lucano - al di là della sentenza di condanna, l'aspetto che mi ha ferito profondamente, è il senso di delegittimazione e se volete di criminalizzazione, di ideali nei quali ho sempre creduto e continuo a credere che si è cercato a tutti i costi di fare passare”.
Lucano ha poi rivelato che c’è ancora un interrogativo che lo assale: “cosa ho fatto per meritarmi questo trattamento così duro. Devo pensare, allora, che era già tutto scritto?" ed ha poi aggiunto “ancora non sono riuscito a darmi una risposta”.
(foto da Fb, Laura Pipino)