Coldiretti Calabria, prosegue mobilitazione contro il caro energia
La mobilitazione della Coldiretti ha fatto emergere come il caro energia ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime nel settore agricolo e se a livello mondiale i prezzi corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Quanto sta accadendo soprattutto in stalle, serre e vivai, trasporti e approvvigionamenti alimentari, è stato rappresentato ai prefetti calabresi in un apposito documento contenente soluzioni e proposte nel quale è stato evidenziato come il balzo dei beni energetici si è trasferito a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati.
"Molte imprese agricole sono costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali" denuncia la Coldiretti Calabria. "Con l’avvio delle operazioni colturali gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea, ad esempio, passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%)".
"Coldiretti ha iniziato, nei mercati coperti di Campagna Amica a Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro, nei mercati all’aperto e in appositi incontri in tutte le nostre sedi un’azione costante di informazione nei confronti dei cittadini-consumatori,che sono preziosi alleati" ricorda Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria. "Per questo riproponiamo l’esposizione di mezzi di produzione (concimi, materie prime, oltre che energia e gasolio) con schede di comparazione dei prezzi per continuare a parlare con i cittadini/consumatori relativamente alle speculazioni in atto e alle difficoltà che le aziende agricole stanno attraversando nella netta convinzione che senza il settore primario il Paese va in crisi di approvvigionamento di beni".