Stalking verso l’ex moglie, doppia condanna per noto imprenditore rossanese
In totale accoglimento delle richieste avanzate dall’Avvocato Francesco Nicoletti e dalla pubblica accusa, il Tribunale di Castrovillari prima e la Corte di Appello di Catanzaro poi hanno ritenuto responsabile un noto imprenditore 47enne rossanese del reato di stalking ai danni della ex moglie, parte civile costituita assistita dal penalista Francesco Nicoletti.
L’uomo era a giudizio con l’accusa di aver posto in essere nei confronti della ex reiterati atteggiamenti persecutori e vessatori tali da ingenerare nella donna un costante stato di paura, determinando l’insorgere di un fondato timore per la propria incolumità e costringendola a modificare le proprie abitudini di vita.
Il 47enne, in pratica, si sarebbe presentato più volte sotto casa dei genitori della vittima, dove la stessa risiedeva, gridando e pronunciando frasi ingiuriose; avrebbe anche raggiunto l’abitazione della ex prendendo a calci il portone di ingresso, terrorizzando tra gli altri anche la figlia minore che si trovava in casa; avrebbe poi inviato dei messaggi minacciosi ed ingiuriosi sempre alla ex compagna.
Per questo motivo era stato sottoposto al divieto di avvicinamento alla parte offesa e la Procura della Repubblica aveva emesso un decreto di giudizio immediato.
IL PROCESSO
Nel corso del processo di primo grado era stata escussa la parte offesa che, dinanzi al Tribunale di Castrovillari, aveva ripercorso le condotte dell’ex marito, iniziate dopo la separazione giunta al culmine di frequenti discussioni e litigi.
Non rassegnandosi alla fine della relazione e addebitandole ogni responsabilità per la fine del loro matrimonio, secondo quanto riferito dalla donna l’uomo avrebbe quindi iniziato a vessarla, ingiuriandola e accusandola di fatti e circostanze non vere, inviandole messaggi offensivi e oltraggiosi ed insultandola anche attraverso i social network.
In uno degli episodi in cui si era recato a casa dei genitori della donna prendendo a calci il portone e danneggiando il citofono, i vicini avevano chiamato la Polizia che era intervenuta tempestivamente. Tale circostanza era stata riferita in aula anche da un Sovrintendente della Polizia di Stato escusso in dibattimento.
Terminata l’escussione dei testi, tra cui quelli della difesa, all’esito dell’istruttoria dibattimentale il Tribunale, in totale accoglimento delle richieste avanzate dal Pubblico Ministero e dall’Avvocato Nicoletti, procuratore speciale della donna costituitasi parte civile, aveva emesso una sentenza di condanna nei confronti del 47enne a 8 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento alla parte civile da liquidarsi in separata sede.
La sentenza di primo grado è stata impugnata dalla difesa, dando il via al processo di secondo grado dinanzi alla Corte di Appello di Catanzaro che, in totale accoglimento delle richieste avanzate dal Procuratore Generale e dall’Avv. Francesco Nicoletti, ha confermato in toto la Sentenza emessa dal Tribunale della città del Pollino, con condanna dell’imputato alle ulteriori spese processuali e legali.