AMA Calabria: Massimiliano Gallo trasmette emozioni profonde con “Il silenzio grande”
L’incomunicabilità familiare che conduce al dolore intimo e struggente per ciò che poteva essere e non è stato. Una condizione vissuta da una famiglia che ha taciuto mille segreti per un lungo periodo della vita. E’ ciò che è stato raccontato nel piccolo capolavoro de ‘Il silenzio grande’ con Massimiliano Gallo al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme e al Teatro Comunale di Catanzaro. Due repliche che hanno segnato la conclusione della stagione teatrale di AMA Calabria, ideata e diretta da Francescantonio Pollice.
La pièce di Maurizio De Giovanni, ambientata negli anni sessanta con la regia di Alessandro Gassmann, nasconde il dramma tra le pieghe della commedia italiana cara a Eduardo De Filippo. Momenti di grande ilarità si alternano a situazioni che inducono alla riflessione. Il famoso scrittore Valerio Primic, preso dal suo lavoro, non riesce più a comunicare con sua moglie Rose (Gaia Benassi, che ha sostituito l’indisposta Stefania Rocca) e con i due figli, Massimiliano (Jacopo Sorbini) e Adele (Paola Senatore).
I “tanti piccoli silenzi” accumulatisi negli anni sono diventati un solo, unico, grande silenzio che si rompe solo quando, Valerio sarà messo di fronte ai gravi problemi esistenziali ed economici della famiglia. Ad aiutarlo a comprendere i suoi errori, le sue mancanze, la domestica Bettina (Pina Giarmanà). Un confronto sano e spontaneo tra due personaggi divisi dalla cultura, ma che riescono a trovare una perfetta simbiosi nei continui dialoghi. Conversazioni dirette e senza filtri.
La storia si svolge nel chiuso della biblioteca/studio dello scrittore che mostra gli anni e un invecchiamento andati di pari passo con le vicende familiari. Circondato dai suoi libri, è quello il luogo in cui Valerio trascorre le sue giornate a cercare di scrivere quel libro, che resterà incompiuto. All’interno di quelle pareti si sviluppa l’intera storia, intrisa di rabbia, delusione, amore. In questo scenario Massimiliano Gallo dà forza, con la sua interpretazione, all’intero impianto narrativo, mettendo in mostra una qualità attoriale superba, figlia della tradizione napoletana. E’ straordinaria la sua sensibilità nel dar vita a Valerio Primic; ai diversi momenti vissuti dallo stesso davanti alle rivelazioni dei suoi compagni di avventura, altrettanto capaci di dare un’anima diversa ai loro personaggi.
In una giornata “sbagliata” l’irreparabile si abbatte sulla sua vita apparentemente normale. La scoperta di non avere più sufficienti risorse economiche, rivelata dalla moglie Rose, con conseguente decisione di vendere la villa lussuosa con affaccio su Posillipo, della condizione omosessuale del figlio e della sindrome di Elettra che affligge la figlia, sconvolgono la sua vita.
Gli attori recitano in maniera appassionata l’intera storia “rinchiusi” tra quattro pareti. L’ambiente è completato dal “velatino”, sul quale vengono retroproiettate immagini, che esaltano le emozioni e i ricordi durante i racconti. Sul finale sono presenti due cameo dello stesso Gassmann. Il regista ha saputo cogliere lo spirito emotivo dell’intero testo, coinvolgendo il pubblico.
‘Il grande silenzio’ “appartiene” a tutti. E’ una commedia che resta cucita addosso, svela cicatrici profonde, come tutte le storie che raccontano di drammi familiari. “Il silenzio è una brutta malattia”. Le parole di Bettina sono toccanti quanto basta per far riflettere sull’opportunità di aprirsi al confronto, a superare insieme i momenti difficili. E’ anche un invito a non creare barriere padre-figlio.
Il finale riserva un colpo di scena che tocca le corde delle emozioni più profonde degli spettatori. Una forte commozione li assale inevitabilmente quando Valerio e Rose si lasciano andare sulle struggenti note di ‘Shiver me timbers’ di Tom Waits. In quel ballo e in quell’abbraccio ritrovano, per un attimo, ciò che avevano soffocato con il loro silenzio: l’amore.
Toccante e profondo ‘Il grande silenzio’ viene tributato dal pubblico con un lungo applauso e con una sentita standing ovation. Un suggello che chiude in maniera trionfale la stagione teatrale di AMA Calabria, i cui grandi appuntamenti hanno dato un importante segnale alla cultura calabrese.