Gratteri incassa la solidarietà dei Vescovi. L’anatema: “Vangelo e ‘ndrangheta incompatibili”
La notizia della pianificazione di un possibile attentato a danno del Procuratore Nicola Gratteri e della sua famiglia (QUI) ha suscitato preoccupazione e sdegno anche tra i vescovi della Conferenza Episcopale Calabra.
“La longa manus della ‘ndrangheta serpeggia con atteggiamenti violenti ed intimidatori che tutta la Chiesa di Calabria condanna con severa fermezza” affermano i vescovi calabresi che esprimono sentimenti di affetto e solidarietà nei confronti del capo della Procura catanzarese, manifestando assoluta vicinanza a Gratteri, definito “uomo di deciso rigore umano e perentorio impegno nella lotta alla criminalità organizzata” e dicendosi certi “che il vile intento non scalfirà la sua dedizione e il comune impegno a favore della legalità in terra di Calabria”.
In occasione di questa “gravissima notizia” i Vescovi ribadiscono l’assoluta incompatibilità tra Vangelo e ‘ndrangheta, stigmatizzano la mentalità mafiosa e sollecitando ancora una volta gli uomini e le donne calabresi a un deciso cambio di rotta di tutta la società regionale “per salvaguardare il genuino futuro umano e culturale delle nuove generazioni”.
Il numero uno della Dda - secondo una intercettazione sospetta captata in Sud-America tra alcuni soggetti vicini alla ‘ndrangheta - sarebbe stato preso di mira dalle cosche calabresi captate dai servizi di sicurezza stranieri.
La rivelazione è stata fatta venerdì mattina dal giornale nazionale Il Fatto Quotidiano, che ha riferito di un possibile attentato dinamitardo organizzato dai clan.
Di questa indiscrezione sarebbe stata edotti, diverse settimane fa, anche i servizi di sicurezza italiani. Per questo al procuratore, simbolo della lotta alla ‘ndrangheta, è stata rinforzata la scorta con altre auto blindate e attrezzare anche di uno “bomb jammer”, strumento che “blocca” le frequenze degli ordigni a distanza.