Proteste delle marinerie, Abate (Cal): “Il governo intervenga”
"La notte passata ha visto molti pescatori continuare la loro protesta sulle banchine dove sono ferme le barche dove lavorano. La misura è colma. I lavoratori del mare, quelli che provvedono a portare il pesce che finisce sulle tavole degli italiani, non ce la fanno più e hanno deciso di fermarsi". A dirlo è la senatrice Rosa Silvana Abate, che già da alcuni giorni ha avvertito il governo e il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli della situazione ormai insostenibile di questi lavoratori.
"La protesta è cominciata ieri. Fermi i pescherecci a Corigliano-Rossano, Civitavecchia, Fiumicino, Gaeta e Anzio, agricoltori che si uniscono ai pescatori in Puglia, a Rimini si muove la Regione Toscana, da Chioggia le barche stanno andando a bloccare il porto di Venezia; e poi Marche, Abruzzo e Molise. E il colpevole ha un nome preciso: il caro-gasolio, che in pochi mesi ha avuto un aumento del 200%" spiega la senatrice. "Questi lavoratori si sentono abbandonati dallo Stato. Bisogna intervenire, sia per gli armatori che producono reddito e danno lavoro, sia per marittimi, che per lavoro stanno giorni interi in mare con qualsiasi tempo, e ora non riescono più a sfamare la propria famiglia".
"I lavoratori chiedono un sostegno alla pesca, serve un calmiere per il carburante delle barche" conclude la senatrice. "Ogni marineria sta protestando nella propria città, ma si stanno organizzando per uno sciopero generale per chiedere al governo provvedimenti immediati e adeguati".