Coldiretti Calabria in piazza a Roma contro i cinghiali
"Siamo non spaventati ma terrorizzati è come se kamikaze si aggirassero sul territorio e nessuno interviene per fermarli" e "Per fermare l’invasione dei cinghiali nelle campagne e nelle città siamo pronti a chiedere l’intervento dell’esercito". Sono due affermazioni forti e chiare che riassumono lo stato di grave preoccupazione per l’assedio degli animali selvatici, in particolar modo cinghiali, raccolte da Coldiretti Calabria, che nei giorni scorsi ha partecipato alla manifestazione di protesta nazionale svoltasi a Roma.
"Se sciaguratamente scoppia un focolaio nella regione i suini in prossimità vanno abbattuti e invece i cinghiali continueranno a scorazzare" prosegue l'associazione di categoria. "Un pericolo concreto nelle campagne ma anche all’interno dei centri urbani per cittadini e turisti con un danno incalcolabile per l’immagine nel mondo proprio alla ripresa della stagione turistica. In Calabria si stima che sono trecentomila i cinghiali che stanno facendo perdere ettari coltivati, mettendo a rischio la nostra capacità produttiva in un momento peraltro delicato a causa della guerra in Ucraina".
"È paradossale che con i costi fuori controllo noi dobbiamo spendere di più per coltivare e il raccolto ci vien distrutto dai selvatici. Ma ci sono anche agricoltori che hanno addirittura perso la vita a causa dei cinghiali e in un Paese normale ciò non dovrebbe essere possibile" denuncia ancora Coldiretti Calabria. "Insieme ai provvedimenti nazionali che ha registrato l’impegno del Governo Nazionale ad abbatterli, chiediamo l’esecutività dei contenuti della delibera 314 che Coldiretti propose alla giunta regionale di allora, in occasione della manifestazione dell’8 luglio davanti la cittadella Regionale".
"La delibera consente la semplificazione per il contenimento e controllo dei cinghiali sia in ambito agricolo che urbano e questo sarebbe già un passo avanti importante nella possibilità di svolgere un’azione tempestiva ed efficace nel controllo della fauna selvatica, in una fase delicata della campagna agraria" concludono. "Non molleremo e senza interventi sono già programmate altre azioni".