Vertenza Abramo Cc. Sigle: “Nessun dialogo coi commissari”, scattano due giorni di sciopero
Due giornate di sciopero sono state proclamate dal Slc-Cgil, Fistel Cisl e UilCom-Uil della Calabria e vedranno incrociare le braccia ai dipendenti della Abramo Customer Care in tutta la regione, 1200 unità impiegate tra le sedi dell’azienda (che ricordiamo essere in amministrazione straordinaria) rispettivamente Crotone (dove insiste quasi la metà dei lavoratori complessivi), Catanzaro e Montalto Uffugo, nel cosentino.
Lo sciopero fissato quindi per il prossimo giovedì 21 luglio e per il successivo lunedì 1 di agosto. Nella prima data l’astensione sarà di sole due ore, mentre in quella successiva sarà per l’intera giornata e con la contestuale realizzazione di un presidio presso la Cittadella regionale di Germaneto.
La protesta è stata decisa dopo che i lavoratori hanno tenuto delle assemblee dalle quali è emersa la necessità di intraprendere una reazione forte per sollecitare la triade commissariale “ad un cambio di passo” rispetto a quello fino ad ora tenuto.
Le sigle contestano infatti che fino ad ora, appunto, si siano curati solo aspetti burocratici della procedura concorsuale, “rifiutando sistematicamente il confronto con i rappresentanti dei lavoratori” ed interloquendo esclusivamente con il management dell’azienda “lo stesso che - affermano i sindacati - ha portato la Abramo CC allo stato di insolvenza”.
“La completa sospensione delle relazioni sindacali, che sono l’unico luogo naturale deputato ad affrontare la complessità dei problemi che impattano sui lavoratori durante una Amministrazione Straordinaria” secondo le Sigle starebbe determinando dei danni gravissimi, “sia per quanto riguarda il recupero dei crediti maturati (ciò impatta in generale su tutti i creditori), ma soprattutto rispetto alle future prospettive di ricollocazione presso altre aziende di chi è ancora alle dipendenze della Abramo CC in amministrazione straordinaria”.
Sempre secondo Slc-Cgil, Fistel Cisl e UilCom-Uil, inoltre, il fatto che gli stessi commissari non esplicitino chiaramente la marginalità aziendale e l’erosione mensile dell’attivo di cassa, non consentirebbe di conoscere il futuro dell’azienda.
Per i lavoratori, poi, vi sarebbero altre difficoltà di natura gestionale nell’interloquire con i propri responsabili diretti, “dalla quale vengono continuamente stalkerizzati con richieste di maggiore produttività e obiettivi che mal si sposano con il malessere diffuso che pervade indistintamente tutte le maestranze della Abramo”, sbottano i sindacati.