Amantea: battesimo del mare per quindici tartarughine Caretta caretta

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(Foto: Pino Paolillo/WWF Calabria)

Da quando la notte dell’11 agosto scorso la femmina di tartaruga marina della specie Caretta caretta, era emersa dall’acqua per deporre le sue uova sulla spiaggia antistante un noto hotel di Amantea, l’evento ha subito destato l’interesse dei cittadini e del WWF che, da anni, è impegnato nelle operazioni di monitoraggio e tutela dei nidi di questa specie in via di estinzione, grazie all’attività dei volontari che operano nell’ambito del Progetto TartAmar, in collaborazione con il Dibest dell’Università della Calabria, nella persona del Prof. Toni Mingozzi.

Esattamente dopo soli 44 giorni di incubazione (rispetto a una media di 49) sabato scorso le prime cinque tartarughine sono sbucate dalla sabbia in pieno giorno (anziché con il buio, come accade di solito), fatto che è stato subito segnalato al responsabile locale del WWF, Prof. Franco Falsetti che, a sua volta, ha contattato la biologa Jasmine De Marco, impegnata da mesi, insieme agli altri volontari in tutta la Calabria, nelle operazioni di individuazione dei nidi e della loro messa in sicurezza fino alla schiusa definitiva delle uova.

Tempestiva anche la collaborazione offerta dal Comune di Amantea, grazie alla sensibilità dimostrata dal Sindaco, Vincenzo Pellegrino, che ha messo a disposizione il materiale occorrente per realizzare un “corridoio di emersione” al fine di evitare la dispersione sulla spiaggia delle tartarughe neonate e il loro “battesimo del mare” in assoluta tranquillità.

La sistemazione dei pali e della rete di schermatura per diversi metri, oltre ai volontari, al Comandante e al personale della locale Guardia Costiera (ricordiamo che la Caretta caretta è una specie protetta), ha coinvolto numerosi bagnanti, tutti entusiasti di poter contribuire concretamente alla riuscita di un evento così straordinario.

Successivamente altre dieci “carettine” hanno potuto raggiungere il mare, mentre il nido continua a essere monitorato dai volontari del WWF, con la speranza che altre piccole tartarughe possano affacciarsi dalla sabbia prima di zampettare veloci verso l’immenso habitat che le accoglie da milioni di anni.