Estorsioni. “Di’ al titolare di incontrarci”, lui si rifiuta e gli incendiano le betoniere: tre arresti
Tre persone di Cassano allo Ionio sono finite in carcere con l’accusa, in concorso, di tentata estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose.
Ad eseguire l’arresto, su ordine del Gip del Tribunale di Catanzaro, che ha accolto la richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, son stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Cosenza.
Secondo quanto emerso dalle indagini, scattate nel marzo scorso e conclusesi ad agosto, due degli arrestati di oggi, ritenuti gravitare nel contesto criminale di Cassano, grazie alla collaborazione del terzo indagato, un imprenditore edile, avrebbero avvicinato un dipendente di un’azienda che fornisce il calcestruzzo alle società che sono incaricate della realizzazione del terzo megalotto della Statale 106, affinché riferisse al titolare di partecipare ad un incontro con i tre arrestati.
Da quanto riferiscono gli inquirenti, il dipendente in questione sarebbe stato portato in un agrumeto e davanti ad altre due persone gli sarebbe stato intimato di comunicare al datore di lavoro che avrebbe dovuto necessariamente presenziare all’incontro, nel corso del quale gli sarebbero state precisate meglio le loro intenzioni.
Il titolare dell’azienda, però, ricevuto il messaggio, anche davanti ad un intermediario si era rifiutato di incontrare i tre. Successivamente, davanti alla sede legale della sua impresa venne ritrovata una bottiglietta contenente del liquido infiammabile e dopo qualche tempo gli furono date alle fiamme anche tre betoniere (QUI).