Rimini, prese soldi a dei “pallinari”: condannato vigile urbano calabrese
Un 52enne agente della polizia municipale di Rimini, D.E., originario di Catanzaro, è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione, con pena sospesa, per abuso e omissione di atti d’ufficio.
Secondo i suoi accusatori, due cosiddetti “pallinari”, i truffatori che coi banchetti frodano i turisti sul lungomare cittadino, il vigile, abusando del suo ruolo, durante un controllo a quest’ultimi si sarebbe appropriato di un centinaio di euro.
L’accusa aveva chiesto una condanna a un anno e mezzo per quattro dei sette capi di imputazione a suo carico e l'assoluzione per i rimanenti.
Il giudice lo ha così condannato derubricando e riqualificando i principali quattro capi di imputazione, che prevedevano il peculato e il falso, in omissione e abuso d'ufficio, assolvendolo per il resto con la formula “perché il fatto non sussiste”.
I fatti si sarebbero verificati tra l’autunno del 2016 e l’estate del 2017. L’agente venne indagato in un filone minore di una più grossa inchiesta della Guardia di Finanza e della Municipale di Rimini sui comportamenti, ritenuti al limite del legale, di alcuni poliziotti del nucleo ambientale del comando provinciale dei vigili (la sentenza è prevista per il febbraio del 2023).
Sebbene il 50enne non facesse parte del nucleo ambientale, finì indagato perché le fiamme gialle, approfondendo i risvolti delle indagini, riuscì ad acquisire nuove notizie di reato.
I suoi legali, nel corso del processo abbreviato condizionato, hanno prodotto dei video e delle immagini che hanno scagionato il vigile da accuse più gravi, come quella di aver usato violenza fisica e verbale nei confronti di tre extracomunitari durante un controllo.