Inchiesta Rende. Marcello Manna: uno “sfregio perpetrato nei confronti della nostra città”
Il sindaco di Rende - sospeso proprio oggi dalla Prefettura di Cosenza (QUI) - non ci sa e passa all’attacco dopo il blitz di carabinieri e guardia di finanza che ieri, con l’operazione chiamata in codice Malarintha (QUI), ho scatenato un vero e proprio tsunami sul Comune indagando oltre una settantina di persone, compreso il primo cittadino Marcello Manna, a cui è stato applicato un divieto di dimora e l’interdizione dai pubblici uffici.
Manna non la manda a dire definendo il tutto come uno “sfregio perpetrato nei confronti della città di Rende” che a suo dire sarebbe avvenuto “attraverso la spettacolarizzazione di una operazione senza eguali” che “non fa onore a nessuno, tantomeno a chi l’ha eseguita”.
Parole dure rilasciate dal sindaco “sospeso” a margine di un incontro sul Pnrr svoltosi a Cosenza. Manna definisce dunque come “imbarazzante l’immagine di chi, mentre avrebbe dovuto notificare con la sobrietà e la riservatezza dovute, ha pensato bene di mettersi in posa e fotografarsi dinanzi la casa comunale. Chi ha il potere di controllo dovrebbe verificare tali vili atti” sbotta.
Poi una bordata a quelle che chiama “certa politica domenicale giustizionalista e garantista - che nulla a che fare con la serietà della democrazia - si agita nel chiedere dimissioni senza aver letto un rigo degli atti processuali”.
“D’altronde - prosegue - da chi già con l’onorevole Mario Oliverio, vittima di ingiustizia processuale, oggi ne tace la comprovata innocenza, non si ci poteva di certo aspettare che si fosse speso per difendere l’onorabilità di una intera città e della sua amministrazione”.
“Fortunatamente, però, - e si evince dagli innumerevoli attestati di stima e vicinanza giunti - la maggiore parte delle persone sa che l’avvio di un processo non coincide con una sentenza di condanna” aggiunge Manna dicendosi onorato e fiero di far parte di una formazione civica politica e amministrativa “coesa che si indigna per quello accaduto e, allo stesso tempo, continua alacremente a lavorare per il bene di questa città”.
Ma il primo cittadino di Rende si dice anche sicuro che “sarà chiarita la vicenda. La narrazione fatta, d’altronde - aggiunge - è esclusivamente unilaterale: sono stati raccolti solo atti in maniera parziale. Basterà produrre le procedure complete per accertare che non è stato commesso nessun illecito amministrativo, tantomeno penale”.
“Non vogliamo pensare al disegno di qualcuno che pensa di voler porre fine a questa esperienza amministrativa. Questo giustizionalismo non appartiene alla città di Rende, la nostra comunità non merita politicanti di mestiere, ma chi si spende per il bene comune”, conclude Manna.