Droga nel porto di Gioia Tauro, arrestato il “big” del narcotraffico col Sudamerica

Reggio Calabria Cronaca

Un presunto narcotrafficante di origine campana, ritenuto di rilievo criminale assoluto”, è stato raggiunto oggi da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip/Gup di Reggio Calabria.

L’uomo, nell’ottobre scorso, era scampato all’arresto nell’ambito di una operazione eseguita del Gico della Guardia di Finanza reggina che sequestrò oltre 4 tonnellate di cocaina ed indagò 36 persone perché indiziate di essere coinvolte in un traffico internazionale di stupefacenti aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta (QUI).

La misura di oggi è stata eseguita a Roma, in concomitanza di distinti provvedimenti emessi dalla Dda di Napoli che oggi ha fatto scattare le manette per ventotto persone, gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di ingenti quantitativi di stupefacenti e di riciclaggio.

Le indagini hanno consentito di disvelare l’operatività di un sodalizio criminale, con base operativa nel napoletano, facente capo al presunto narcotrafficante, Raffaele Imperiale, che avrebbe portato in Italia e esportato in altri paesi, tra cui l’Australia, ingenti partite di cocaina.

LE ALLEANZE COI SUDAMERICANI

Secondo gli investigatori, imperiale avrebbe fatto sì che lo stupefacente proveniente dal Sud America, nascosto all’interno di container, raggiungesse via mare i principali scali marittimi commerciali europei grazie ad accordi, alleanze e joint ventures intrecciate, a partire da gennaio 2017, con narcotrafficanti sud americani ed europei di primissimo livello: sia colombiani delle famigerate formazioni paramilitari conosciute come Clan del Golfo, sia olandesi di origine marocchina che nel frattempo si affermavano sulla scena tra i principali gruppi criminali nel controllo del traffico di cocaina dal Sudamerica nei porti di Rotterdam (Paesi Bassi) e Anversa (Belgio), sia irlandesi.

Giunto sulla terra ferma, lo stupefacente veniva prelevato e trasportato su gomma da autotrasportatori compiacenti, per essere occultato all’interno di depositi, covi e nascondigli nella disponibilità dell’organizzazione, ubicati in Campania, Calabria, Emilia Romagna e Lazio.

Imperiale, già condannato in un precedente procedimento instaurato presso la Procura della Repubblica di Napoli mentre era in stato di latitanza a Dubai, è stato capace nel corso degli anni successivi di assurgere ad un ruolo assolutamente primario quale broker internazionale della droga.

Un vero e proprio player mondiale che aveva in Bruno Carbone, altro broker napoletano del narcotraffico già condannato in via definitiva, il suo principale luogotenente.

I RAPPORTI CON I CLAN CAMPANI E CALABRESI

L’associazione, oltre ad avere articolazioni in Europa, Africa e Sud America, poteva contare anche su una fitta rete di sodali attivi in varie regioni italiane.

La consorteria avrebbe infatti intrattenuto rapporti stabili con clan camorristici di tutto il napoletano nonché con organizzazioni di stampo mafioso operanti in Calabria che, oltre ad approvvigionarsi di cocaina dal gruppo Imperiale, hanno fornito supporto nel recupero di ingenti partite di stupefacente in arrivo presso lo scalo marittimo di Gioia Tauro, grazie ad operatori portuali infedeli.

Una parte dei referenti della rete di distribuzione italiana di Imperiale è stata identificata e arrestata - a fine marzo 2021 - in un’operazione congiunta della Squadra Mobile di Napoli e del Gico, col sequestro di ingenti quantitativi di cocaina, di hashish e di denaro.

I presunti appartenenti all’organizzazione sarebbero stati in costante contatto tra loro grazie a sistemi di comunicazione crittografati (tra i quali Encro-Chat e Sky-Ecc), oggetto di indagine da parte di una squadra investigativa comune franco-olandese-belga e acquisiti attraverso una proficua collaborazione internazionale con l’Europol e con l’Autorità giudiziaria francese ed olandese, coordinata da Eurojust.

Queste acquisizioni sono state poi sottoposte ad una approfondita verifica, risultando perfettamente congruenti ed intersecabili con le investigazioni condotte autonomamente nell’ambito del procedimento instaurato presso la Dda di Napoli ed articolatesi in intercettazioni telefoniche ed ambientali, videoriprese e riscontri sul campo come perquisizioni, sequestri ed arresti in flagranza.

LA CERCHIA RELAZIONALE DI IMPERIALE

Tali attività hanno portato alla completa ricostruzione della cerchia relazionale di Imperiale, non solo in Italia, consentendo di identificare i soggetti che avrebbero coordinato la gestione del denaro, impartito disposizioni ai “corrieri” dello stupefacente e gestito gli automezzi utilizzati per il trasporto della droga e del contante e, in generale, la filiera logistica a supporto dell’organizzazione.

Nel complesso gli investigatori hanno ricostruito - da marzo 2020 a marzo 2021 - movimentazioni di cocaina per oltre 7 tonnellate, di cui 1,3 sottoposte a sequestro in Italia e all’estero.

L’organizzazione di Imperiale avrebbe fatto ricorso, inoltre, al riciclaggio e reimpiego dei proventi illeciti che in parte sono stati trasferiti all’estero (avvalendosi di sistemi di movimentazione monetaria alternativa, basata sull’opera di cambisti internazionali, i cosiddetti Hawala) e, in parte, reinvestiti in attività speculative quali la compravendita di oro.

GLI ATTORI DEL BLITZ

L’OPERAZIONE è stata eseguita dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, dello Scico (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata) e dello Sco (Servizio Centrale Operativo) della Polizia di Stato.

L’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali è stata emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale.