Narcotraffico a Gioia Tauro, ricercato scovato in un bunker a Platì

Reggio Calabria Cronaca

Nel contesto dell’inchiesta di ieri sulla presunta base operativa del narcotraffico nello scalo reggino di Gioia Tauro (QUI), uno dei destinatari degli ordini di arresto - il 46enne Franco Barbaro, meglio noto come il “Colosso” e figlio del presunto boss Rosario - è stato ritrovato e fermato in un vero e proprio bunker realizzato in un immobile di Platì e nel quale l’uomo si nascondeva evidentemente per sottrarsi alla cattura.

A ritrovare il nascondiglio sono stati i gli uomini del Gico della Guardia di Finanza del capoluogo dello Stretto, con la collaborazione degli specialisti dello Squadrone Eliportato Cacciatori dei Carabinieri di Vibo Valentia.

Come è noto il blitz, scattato nella nottata di giovedì da parte delle Fiamme Gialle, coordinate dalla Dda di Reggio Calabria, ha portato a smantellare quella che è ritenuta dagli inquirenti la base logistica del traffico della droga che passava dal porto gioiese e che poteva contare sulla collaborazione di portuali infedeli e, da quanto emerso, anche di un addetto alla dogana (QUI).

Nel corso dell’operazione di ieri sono stati eseguiti, compreso quest’ultimo, 36 arresti a carico di altrettante persone, 34 finite in carcere e due ai domiciliari, oltre al sequestro di beni ed imprese per circa 7 milioni di euro.