Omicidio Bruno Ielo, in due condannati all’ergastolo
Carcere a vita per Franco Polimeni, considerato il mandante dell’omicidio di Bruno Ielo, il tabaccaio ucciso nel maggio del 2017 a Gallico (QUI).
È questa la decisione della Core d’Assise di Reggio Calabria che ha confermato dunque l’impianto accusatorio della Dda locale che nel gennaio del 2020 aveva fatto scattare le manette per l’imputato (QUI), ritenuto tra l’altro uno dei vertici della cosca Tegano di Archi, sebbene non abbia mai riportato condanne definitive per associazione mafiosa. Polimeni è cognato del presunto boss Pasquale Tegano.
I giudici hanno condannato all’ergastolo anche Francesco Mario Dattilo, che secondo l’accusa sparò i due colpi che uccisero la vittima mentre questa rientrava a casa, a Catona.
Al termine delle udienze, e dopo oltre quattro ore di camera di consiglio, la Corte ha poi inflitto trent’anni a Cosimo Scaramozzino, considerato uomo di fiducia di Polimeni.
Tutti e tre erano accusati anche di estorsione e illecita concorrenza con minaccia per aver compiuto “atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Ielo e la figlia a chiudere, o comunque, diminuire il volume di affari della rivendita”.
Stesso reato, quest’ultimo, che è stato contestato anche a Giuseppe Antonio Giaramita, condannato invece a 15 anni per tentato omicidio ai danni dello stesso tabaccaio.
Secondo l’accusa sarebbe stati il complice che assieme a Dattilo e a Polimeni risponde della rapina subita alcuni mesi prima da Ielo e che allora rimase ferito gravemente con un colpo di pistola in bocca (QUI).
Come chiesto dalla Procura, infine, assolta la quinta imputata, Rita Polimeni che, con il padre Franco, era accusata di un’intestazione fittizia per la gestione della tabaccheria concorrente a quella della vittima.
Per gli inquirenti Ielo era “un semplice e onesto tabaccaio” che avrebbe messo in discussione il ruolo e il prestigio dei Tegano.