Accusato di calunnia, assolto: il fatto non sussiste
La Corte di Appello di Catanzaro, in totale accoglimento delle richieste formulate dall’avvocato penalista Raffaele Meles, ha prosciolto un trentacinquenne cariatese dall’accusa di calunnia.
Il procedimento si era distaccato da un altro celebrato davanti al Tribunale di Castrovillari nel 2019 con il quale lo stesso imputato era stato assolto perché il fatto non sussiste dal reato di truffa commesso ai danni di una nota società di mangimi.
L’uomo, infatti, aveva dapprima falsamente denunciato presso la caserma dei carabinieri di Cariati lo smarrimento di un carnet di assegni per poi utilizzare gli stessi - apponendovi la propria firma - per acquistare oltre 120 quintali di mangime.
I fatti risalgono al 2016, anno in cui N.B. fece recapitare presso la sua azienda un carico di mangimi, consegnando all’autista del camion incaricato un assegno bancario per il pagamento della merce.
Da qui il sospetto del legale rappresentante della società che, una volta venuto in possesso dell’assegno, aveva notato che lo stesso era stato emesso per un importo superiore rispetto al prezzo concordato.
Contattato il 35enne, quest’ultimo fece recapitare un ulteriore assegno di importo esatto ma senza provvista facendo poi perdere le proprie tracce.
Da qui la denuncia-querela per truffa e la successiva querela per calunnia in quanto gli stessi assegni erano stati prima denunciati dallo stesso imputato come smarriti e poi utilizzati per la truffa.
All’esito dell’istruttoria dibattimentale nell’ambito del processo celebratosi davanti al Tribunale di Castrovillari, la difesa ha fatto emergere come le accuse mosse in capo al proprio assistito fossero prive di fondamento, in quanto non si era formata la piena prova che l’artefice della truffa fosse il 35enne.
Il Tribunale aveva assolto l’uomo dal reato di truffa perché il fatto non sussiste, confermando però il residuo capo di imputazione per calunnia.
Depositato un articolato atto di appello, la difesa ha rilevato che non si poteva procedere alla contestazione del reato di calunnia a seguito della falsa denuncia di un carnet di assegni utilizzati per commettere una truffa se, per quest’ultimo reato l’uomo era stato precedentemente assolto.
Dopo l’udienza tenutasi la scorsa settimana dinanzi alla Corte di Appello di Catanzaro, il 35enne è stato così definitivamente prosciolto dal reato di calunnia che prevede nel massimo una pena di sei anni di reclusione.